Vittorio Feltri su Maurizio Lupi: “Che pena usare i giornali come parafulmini”

maurizio lupi a skyROMA – Maurizio Lupi, mini­stro delle Infra­strutture e dei Tra­sporti, ieri mattina, 1 dicembre, intv (guarda l’intervista a Sky Tg 24) ha detto che Il Giornale è stato fra le cause determinanti della scissione del centrodestra.

Scrive Vittorio Feltri sul Giornale:

“Pur senza scendere nei dettagli ov­vero rimanendo nel vago, il politico sorridente e pio ha lasciato intende­re che questo quotidiano avrebbe se­minato tale e tanta zizzania nel Pdl da provocarne l’esplosione che ha dato luogo alla rottura. In altre paro­le, noi saremmo l’organo ufficiale dei falchi, dei berlusconiani duri, co­loro i quali premono per spaccare tut­to, governo incluso, allo scopo di sol­lecitare elezioni anticipate nell’illu­sione di farle vincere al Cavaliere e consentirgli di salvarsi dall’assedio giudiziario. Mentre Lupi e i suoi lu­petti, le colombe e i polli, le oche giu­live e gli avvoltoi, sono persone am­modo che antepongono gli interessi del Paese a quelli della corte di Arco­re, e pertanto si sono sacrificate rima­nendo nella maggioranza non per amore delle poltrone, ma per il bene degli italiani.

Grazie, ministro, com’è buono lei. Non solo perché, con uno sforzo so­vrumano, ha voltato la gabbana, ma anche perché ci accredita di una po­tenza che non sapevamo di avere e che, scoprendo invece di averla gra­zie alle sue rivelazioni, ci fa venir vo­glia di darci delle arie. Oddio, il so­spetto di essere muscolosi ci era già venuto alcuni giorni orsono leggen­do il libro di Gianfranco Fini, fresco di stampa. Infatti l’ex presidente del­la Camera attribuisce a me addirittu­ra la débâcle del Polo per le libertà nel 1996, in quanto a quei tempi, in qualità di direttore di questo foglio, organizzai un’inchiesta sugli uteri deboli delle connazionali, quasi tut­te autorizzate dai medici (compia­centi?) ad assentarsi dal lavoro al ter­zo mese di gravidanza per evitare il ri­schio di aborti spontanei. Quei servi­zi giornalistici erano supportati da statistiche che ne dimostravano la se­rietà e la fondatezza. Ma questo Fini lo trascura.

Anziché riconoscere l’indipenden­za del Giornale dalla politica, Fini af­ferma, senza rendersi conto di esse­re ridicolo, che gli elettori, informati di uno scandalo unico in Europa, vol­tarono le spalle ad Alleanza naziona­le e a Forza Italia, favorendo così la coalizione di Romano Prodi. In sol­doni, io avrei sulla coscienza la scon­fitta del centrodestra risalente a 17 anni fa giacché mi permisi di dubita­re della buona fede delle signore in­cinte e dell’efficienza dei controllori sanitari, di cui peraltro è universal­mente nota l’incapacità perfino di di­stinguere un invalido autentico da uno falso.

Ecco. Anche Lupi come Fini, pur di non ammettere i propri errori, s’ar­rampica sugli specchi, cerca di impu­tare al nostro quotidiano le colpe di fallimenti clamorosi che recano an­che la sua firma. Il desiderio di au­toassolversi è comprensibile, ma è grottesco scaricare sui giornalisti i peccati della politica. Chi lo fa non considera neppure che i media, otti­mi o pessimi che siano, non costrui­scono la realtà ma si limitano a riflet­terla, al massimo la deformano. Non ne sono mai gli artefici (…)”

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