Vodafone, Opa su Cobra. Il titolo balza del 49%. Filippetti, Sole 24 Ore

Vodafone, Opa su Cobra Il titolo balza del 49%. Filippetti, Sole 24 Ore
Vodafone, Opa su Cobra Il titolo balza del 49%. Filippetti, Sole 24 Ore

ROMA – “Dalle tlc all’industria automobilistica – scrive Simone Filippetti sul Sole 24 Ore – Vodafone dribbla il mercato con una mossa che anticipa il futuro dell’industria della telefonia: nei prossimi anni saranno le macchine, più delle persone, che si parleranno tra di loro”.

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Il colosso inglese, dall’alto dei suoi 44 miliardi di sterline di ricavi, guidato però dall’italianissimo Vittorio Colao, mette nel mirino la lillipuziana Cobra, 144 milioni di euro di ricavi, che produce scatole nere e telematica per le auto. Arriva un’Opa a 1,49 euro. Briciole per chi scommise 8 anni fa sulla debuttante matricola di Borsa, ma cinque volte tanto i minimi toccati lo scorso autunno. Gli inglesi mettono sul piatto 145 milioni di euro: un’inezia per la cassa di Vodafone, fresca di 130 miliardi incassati dopo l’affaire Verizon negli Stati Uniti.
L’esito sembra scontato: è un’offerta amichevole quella di Vodafone, preceduta da un accordo con gli azionisti di Cobra (Intek con il 51,4% e il fondatore Serafino Memmola con circa il 22,7%) che controllano insieme il 73,956% e che già si sono impegnati a conferire le loro azioni. Da mesi il gruppo inglese, la più grande multinazionale di telefonia al mondo, aveva messo nel mirino l’azienda di Varese, specializzata nelle «scatole nere». Per anni ha impazzato il risiko delle tlc in Italia, con periodiche voci di affondi degli inglesi, di volta in volta su qualcuna delle tlc italiane rimaste a ballare da sole (la Tiscali di Renato Soru, la Wind di Naguib Sawiris prima e dei russi dopo, la Fastweb degli svizzeri di Swisscom): non è mai successo nulla. Dopo aver comprato, anni fa, la vecchia Tele 2, il nuovo colpo di Vodafone spiazza tutti. O quasi. Perché pure un gigante come Google, il primo sito internet al mondo ma anche un operatore di tlc col suo sistema Android, è entrato nel mondo dell’auto con il prototipo di un auto senza guidatore.
Dalle polvere alle stelle, invece, per Cobra. Sbarcata a Piazza Affari nel 2006, in piena bolla da Ipo, a un prezzo di circa 7 euro, la matricola non è stata tra le più brillanti. Dopo aver sfiorato 10 euro ad azione, ha iniziato una caduta senza fine, sulla scia della crisi dell’industria automobilistica, con i conti in dissesto. Lo scorso autunno quotava appena 30 centesimi. Da lì una corsa al rialzo fino al boom di ieri (+49%), per allinearsi al prezzo di Opa di Vodafone che da mesi corteggiava l’azienda lombarda (le prime voci risalgono proprio allo scorso ottobre).
A risanare Cobra sono stati il fondo Intek del finanziere Vincenzo Manes, subentrato in maggioranza nel 2012; e il manager Mario Rossetti, ex uomo del gruppo di Silvio Scaglia in Fastweb, chiamato nell’estate del 2011 per risanare i conti. L’impresa è riuscita: il sigillo è stato la ristrutturazione del debito (circa 50 milioni), che ha segnato il ritorno in bonis dell’azienda. Nel 2012 Cobra perdeva quasi 15 milioni, l’anno scorso è tornata al pareggio; quest’anno dovrebbe fare un utile. E per una volta gli stranieri vengono a comprarsi la tecnologia italiana.
Dopo il maxi-incasso dalla vendita di Verizon Wireless, Vodafone era alla ricerca di opportunità. La scelta di Cobra è il segnale di una diversificazione del business: il machine2machine, le “telefonate” tra le macchine che si scambiano dati. Questo è il terzo shopping degli inglesi: lo scorso anno hanno comprato Kabel Deutschland per 10,5 miliardi e quest’anno hanno completato il takeover di Ono in Spagna per 7,5 miliardi.

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