La pandemia non è finita. Il Covid non molla. La risalita dei casi sta rifacendo drizzare le antenne in Italia. Domanda sulla bocca di tutti: cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi mesi?
Gli epidemiologhi, in testa Carlo La Vecchia (Università statale d Milano), di una cosa sono sicuri: non tornerà l’incubo. Dicono: ”È vero, le varianti Omicron sono sempre più contagiose ma anche sempre meno aggressive”.
Altra domanda: quanto è pericoloso vivere? In verità stavolta a chiederselo è più la comunità dei virologi che l’opinione pubblica. Si è affermata infatti l’idea che sia un virus endemico, cioè inerstirpabile. E se è inerstirpabile va combattuto negli ospedali, non nei bar. Ergo, campagne vaccinali, medici sul territorio, attenzione ai più fragili.
E lo Stato? Calma, non può più essere lo Stato a imporre ai cittadini (che non sono sudditi) regole di comportamento. Tocca ad ognuno di noi decidere quale percentuale di rischio si è disposti ad accettare. Punto.
OLTRE LA PANDEMIA INQUIETA IL VAIOLO DELLE SCIMMIE
È emergenza globale. Altroché. Lo ha dichiarato l’Organizazione Mondiale della Sanità
L’allerta è alta. La malattia “sta diventando sempre più pericolosa, ha già colpito 17mila persone in 74 Paesi”. I grandi focolai sono al di fuori dal Continente africano dove peraltro esistono da decenni. In Italia i casi accertati. sono, al momento, meno di 500.
Ma è chiaramente una sottostima. Fanno sapere dagli ospedali che “è tutto sotto controllo”. Ahi! Mi viene in mente cosa diceva Mario Andretti, grande pilota di Formula Uno, alla Ferrari nei primi anni ‘70: “Se hai tutto sotto controllo, vuol dire che stai andando troppo piano”. Come dargli torto.
Matteo Bassetti, direttore Infettologia al S.Martino di Genova, ha recentemente dichiarato: ”In 2 mesi siamo arrivati a numeri impressionanti. Serve una campagna di vaccinazione”. Sì, occorre una campagna di prevenzione seria. “È urgente intervenire, i casi continuano a crescere” ha rincarato la dose Ilaria Capua, accademica e nota divulgatrice scientifica. Non c’è più tempo da perdere.
E LE ZANZARE TRASMETTONO LA “FEBBRE DEL NILO”
La chiamano anche “West Nile”, dal nome del distretto West Nile (Uganda) dove nel 1937 il virus per la prima volta è stato isolato. Adesso galoppa in Asia occidentale, Australia, America. In Italia il virus è arrivato nella tarda estate del 1988, planando in Toscana. Non è più andato via. È trasmesso dalla puntura delle zanzare che si infettano quando pungono animali infetti. Non si trasmette da uomo ad uomo. La sintomatologia appare improvvisamente con stato di debolezza, febbre moderata o elevata, dolori muscolari, cefalea, vomito, nausea.
Rischiano di più gli anziani, i bambini molto piccoli e coloro che hanno determinate patologie come tumore, diabete, ipertensione, malattie renali. Il Ministero della Salute ha fornito consigli, sono quelli della nonna. Niente di più. E cioè : repellenti cutanei, insetticida elettrici. Senza dimenticare alla sera di controllare le zanzariere (rigorosamente abbassate) se si vuole dormire in santa pace.