Aborto difficile, aumentano i ginecologi obiettori: al Sud 8 su 10

In Italia cresce il numero di ginecologi obiettori di coscienza, quelli, cioè, che non praticano l’aborto. La percentuale tocca l’85% al Sud in Basilicata, Molise e Campania.
(Foto Lapresse)

ROMA – Quasi un nove ginecologi su dieci obiettori di coscienza, cioè che non praticano l’aborto. Succede in Basilicata, Molise e Campania. La denuncia non arriva da qualche organizzazione pro-aborto, ma dal ministero della Salute.

Nella Relazione 2012 sulla legge 194 firmata dal ministro Renato Balduzzi si legge che il numero dei ginecologi obiettori è in continuo aumento, con punte nel Sud Italia.

L’obiezione di coscienza si fa sempre più strada anche tra gli anestesisti, e anche in questo caso soprattutto al Sud: il i 75% in Molise e in Campania, il 78,1% in Sicilia, mentre i valori più bassi si trovano in Toscana (27,7%) e in Valle d’Aosta (26,3%).

Complessivamente gli obiettori di coscienza tra i ginecologi sono passati dal 58,7% del 2005 al 69,3% del 2010, con una punta del 71,5% nel 2008.

Per quanto riguarda il numero degli aborti, sono in calo del 5,6%, passati da  115.981 nel 2010 a 109.538 nel 2011. Di questi, quasi la metà (il 46%) è avvenuto nelle regioni del Nord Italia.

In aumento gli aborti con la pillola Ru486: nel 2010 è stata usata nel 3,3% del totale delle interruzioni volontarie di gravidanza, per un totale di 3.836 casi, mentre solo nel primo semestre del 2011 il numero di aborti con Ru486 è già di 3.404.

Statisticamente, le donne che per abortire scelgono la pillola Ry486 sono più istruite, italiane, nubili e meno giovani. Una su tre delle donne che abortiscono è invece straniera.

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