Aids. Pillola Truvada per la prevenzione? Immunologo: “Scelta criticabile”

ROMA – La decisione dell'Agenzia del Farmaco statunitense di estendere l'impiego di un farmaco antivirale (Truvada) finora in commercio per la terapia dei malati da infezione da HIV/AIDS anche a scopo preventivo nelle persone sane sieronegative per HIV e a rischio elevato di infezione e' bocciata dall'immunologo Ferdinando Aiuti.

''L'uso preventivo a vita di questo farmaco – spiega Aiuti – potrebbe portare a problemi di tossicità cumulativa, a un'inevitabile insorgenza di resistenze e quindi successiva inefficacia del farmaco stesso nei confronti del virus HIV, inoltre una semplice sospensione di assunzione per pochi giorni sarebbe causa di possibili contagi''.

Aiuti sottolinea che anche i costi elevati di quest'operazione ''meramente commerciale sarebbero disastrosi per la nostra economia sanitaria.

Immaginate cosa succederebbe se dovessimo proporre gli antibiotici per prevenire le infezioni batteriche nelle persone sane?'' Inoltre, aggiunge, ''cosa ancora piu' grave le persone pur protette dall'infezione da HIV continuando ad avere comportamenti a rischio si troverebbero inevitabilmente esposte a numerose altre gravi infezioni sessualmente trasmesse quali la sifilide, le epatiti virali, l'herpes, le infezioni da papilloma virus etc. Sarebbe invece molto più utile invitare a fare il test HIV alle persone a rischio, incentivando l'uso del profilattico e soprattutto consigliare la terapia antivirale a tutte le persone con infezione da HIV. E' stato, infatti, dimostrato che l'aumento dell'impiego terapeutico degli antivirali è stato la causa principale della riduzione dei contagi specie nei Paesi a elevata diffusione epidemica quali l'africa''.

L'esperto auspica che il Servizio sanitario nazionale sia ''molto prudente nella valutazione di questa scelta e consideri tutti gli aspetti no solo economici di questa estensione nell'indicazione terapeutica''.

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