Neonato di 28 giorni muore di pertosse a Bologna

Allarme vaccini: bimbo muore di pertosse a 28 giorni a Bologna
Allarme vaccini: bimbo muore di pertosse a 28 giorni a Bologna

BOLOGNA – Una bimba di 28 giorni è morta di pertosse all’ospedale Sant’Orsola di Bologna. Un’altra bimba a Cesena è stata colpita dalla malattia a 6 settimane di vita e ora ci convive da 3 mesi. Una malattia che sembrava debellata e che, come il morbillo, torna a proliferare dopo il calo di vaccinazioni registrato in questi anni. Il calo delle vaccinazioni abbassa anche la copertura vaccinale, lasciando la strada libera ai batteri che possono proliferare e infettare neonati, che ancora non hanno raggiungo l’età per le vaccinazioni, e le persone dalla salute più debole e quindi più esposte.

Fausto Francia, direttore del dipartimento di Sanità pubblica dell’Ausl, ha spiegato a Marina Amaduzzi del Corriere di Bologna che il calo delle vaccinazioni crea dei “varchi nella popolazione”:

“«Se ci sono varchi nella popolazione per il calo delle vaccinazioni il batterio riesce ad arrivare anche a chi non dovrebbe raggiungere come i neonati, il bimbo di 28 giorni non era vaccinato perché le vaccinazioni iniziano al secondo-terzo mese di vita. Questi sono segnali del calo della cosiddetta immunità di gregge». In Emilia-Romagna, nel 2014, la copertura vaccinale per la pertosse era del 94,4%, al di sotto di quel limite del 95% considerato ottimale dal ministero della Salute. A Bologna era del 95,4% ma era del 97,6% nel 2005.

«In generale il calo delle vaccinazioni c’è, va avanti e non è un bel segnale », spiega Rita Ricci, responsabile della Pediatria di comunità dell’Ausl. La flessione c’è anche nelle vaccinazioni obbligatorie, quelle che iniziano dal secondo mese di vita e riguardano tetano, difterite, polio, ed epatite B. L’unica vaccinazione in leggera crescita, sia a Bologna che in regione, è quella contro la rosolia, nelle femmine a 16 anni, caldamente consigliata per evitare di contrarre la malattia durante la gravidanza”.

Le campagne anti-vaccinazioni iniziano a fare le loro vittime, campagna dietro cui spesso si nascondono paure infondate e disinformazione medica, come il timore irrazionale e non verificato, che esista un legame tra il vaccino e l’autismo. Il risultato del calo delle vaccinazioni, che presentano effetti collaterali come ogni altro medicinale, è solo quello di creare un danno alla salute pubblica. Vaccinarsi infatti è un atto di responsabilità sociale, spiegaMaria Paola Landini, direttore della Microbiologia del Sant’Orsola:

“«dai vaccini non bisogna neppure aspettarsi la copertura totale». «Nella nostra civiltà moderna si è persa la percezione del rischio delle malattie infettive — conclude Ricci —, le mamme negli anni ‘60 non avevano alcun dubbio a vaccinare i figli contro la poliomielite perché la malattia era ben conosciuta. Oggi si crede che la polio non ci sia più, ma non è così»”.

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