Allattare al seno fa bene alla carriera dei bimbi. Meno a quella delle mamme

Allattare al seno fa bene alla carriera dei bimbi. Meno a quella delle mamme
Allattare al seno fa bene alla carriera dei bimbi. Meno a quella delle mamme

ROMA – Allattare al seno fa bene. Non solo alla salute dei bambini. Ma anche alla loro carriera. Peccato che farlo possa pregiudicare, invece, la carriera delle madri. La notizia sui benefici lavorativi per i bimbi allattati al seno arriva dall’ultima ricerca dello University College di Londra: “i figli allattati al seno hanno maggiori possibilità di fare carriera rispetto a quelli cresciuti con il latte in polvere”.

Merito, sostengono gli studiosi britannici, del contatto della pelle del neonato con quella della mamma, oltre che dei nutrienti del latte che farebbero aumentare le facoltà cognitive e migliorerebbero lo sviluppo neurologico.

Non finisce qui. I benefici, come racconta anche il Corriere della Sera, vanno da una minore esposizione alle allergie e all’asma ad una vista più acuta. E poi ancora, minori rischi di avere i denti storti e di diventare obesi e difese immunitarie più forti, soprattutto a livello intestinale e respiratorio.

Il rischio, però, sottolinea Simona Ravizza sul Corriere della Sera, è che l’allattamento al seno faccia sì bene alla salute e alla carriera dei bimbi, ma male alle madri che non lo fanno. E in Italia sono molte. Secondo i dati del quinto Rapporto della Convenzione sui Diritti dell’infanzia (2012) citati da Ravizza, nei primissimi mesi ben otto donne su dieci allattano al seno, ma il numero si riduce drasticamente dopo i primi sei mesi, passando al 5%.

Tra le cause, sottolinea Ravizza, il fatto che la legge sulla maternità prevede che le madri tornino al lavoro al terzo mese di vita del bimbo. E quindi a quel punto risulta complicato continuare ad allattarlo al seno.

Tiziana Catanzani, 41 anni e cinque figli, consulente professionale in allattamento materno e autrice del libro “Lavoro e allatto. Metodi semplici ed efficaci per farlo bene e senza stress”, ha spiegato a Ravizza:

“Gli asili nido che accettano di prendere in consegna latte materno sono ancora pochi. E le aziende che fanno entrare il neonato al lavoro per permettere alla madre di allattarlo sono casi rari. Ma le donne devono reagire. E fare capire, per esempio, al capo che anche lui può avere dei vantaggi da una mamma che allatta: il latte materno è un investimento sulla salute di madre e bambino. Se il piccolo si ammala di meno, la mamma non si deve assentare dal lavoro; le impiegate che possono allattare sono più soddisfatte e motivate; con meno assenze, il turnover di personale è minore e l’impresa può definirsi woman friendly”.

 

Gestione cookie