Alzheimer si prevede nell'occhio: con maculopatia, glaucoma e retinopatia si è più a rischio Alzheimer si prevede nell'occhio: con maculopatia, glaucoma e retinopatia si è più a rischio

Alzheimer si prevede nell’occhio: con maculopatia, glaucoma e retinopatia si è più a rischio

Alzheimer si prevede nell'occhio: con maculopatia, glaucoma e retinopatia si è più a rischio
Alzheimer si prevede nell’occhio: con maculopatia, glaucoma e retinopatia si è più a rischio (Foto Ansa)

ROMA – Gli occhi non sono solo lo specchio dell’anima, come diceva un proverbio, ma anche della salute del cervello. Tre malattie della vista (glaucoma, maculopatia e retinopatia diabetica) sono infatti risultate legate al rischio di ammalarsi di Alzheimer. [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] Lo rivela un ampio studio condotto tra University of Washington School of Medicine, il Kaiser Permanente Washington Health Institute e la UW School of Nursing pubblicato sulla rivista Alzheimer’s & Dementia.

Non è il primo lavoro a intravedere un nesso tra maculopatia e rischio di ammalarsi di demenza, ma è il primo su vasta scala a evidenziare un nesso tra la demenza di Alzheimer e tutte le principali malattie degenerative della vista, segno che qualche meccanismo comune è in atto in occhio e cervello di questi pazienti.

Diversi studi si stanno muovendo nella direzione di diagnosticare precocemente l’Alzheimer attraverso esami non invasivi dell’occhio, in particolare della retina, che dal punto di vista cellulare fa parte del sistema nervoso e quindi può essere indicativa della salute del cervello.

In questo nuovo lavoro emerge, più in generale, una connessione tra salute di retina e nervo ottico e Alzheimer. In particolare si è valutato l’impatto di tre malattie sul rischio di Alzheimer: la maculopatia, che è la degenerazione della parte centrale della retina (macula); di solito si accompagna anche a deposito di formazioni di sostanze tossiche nella retina (per analogia nel cervello con Alzheimer si accumulano sostanze tossiche o placche di beta-amiloide); il glaucoma, una malattia che porta a degenerazione del nervo ottico; la retinopatia diabetica, una degenerazione retinica che può comparire come complicanza del diabete.

Gli esperti statunitensi hanno monitorato per diversi anni la salute di quasi 4mila over-65 scelti a caso nella popolazione. Nel corso del periodo di studio hanno diagnosticato quasi 800 casi di Alzheimer. E’ emerso che gli anziani con maculopatia, retinopatia o glaucoma presentavano un rischio di ammalarsi di demenza di Alzheimer dal 40% al 50% maggiore rispetto a coetanei con pari fattori di rischio per Alzheimer ma senza problematiche oftalmiche.

Altre malattie della vista tipiche anche dell’età anziana come la cataratta non sono risultate in alcun modo legate al rischio di Alzheimer, segno che c’è proprio un meccanismo comune tra demenza e degenerazione di retina o nervo ottico.

“Non stiamo dicendo che chi ha una delle tre malattie della vista svilupperà l’Alzheimer – spiega l’autrice dello studio, Cecilia Lee – ma che per qualche motivo ha un rischio maggiore di ammalarsi; oftalmologi e medici di famiglia dovrebbero aver presente questo nesso e indirizzare tempestivamente i propri pazienti con malattie oculari ad accertamenti qualora sospettassero un qualche problema di memoria o cognitivo. E’ di poche settimane fa la notizia di un farmaco sperimentale contro l’Alzheimer (‘BAN2401’, di Biogen e Eisai) che ai trial clinici sta dimostrando una parziale efficacia nel rallentare il decorso della malattia riducendo il deficit di memoria del 30%; ma appare sempre più chiaro che questo o altri farmaci che saranno sviluppati per la malattia devono essere assunti molto precocemente per dare effetti tangibili; di qui la necessità sempre più pressante di disporre di un test di diagnosi precoce anche pre-esordio di malattia. L‘esame della retina con strumenti non invasivi già in uso in oculistica, unitamente a altri test predittivi in corso di sviluppo, potrebbe risultare risolutivo nella diagnosi precoce della malattia di Alzheimer, sì da iniziare le terapie con tempistiche decisive per garantirne l’efficacia”.

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