Antibiotico resistenza fa 10mila morti all’anno in Italia: i batteri in grado di sopravvivere ai farmaci

di Redazione Blitz
Pubblicato il 13 Settembre 2021 - 10:00 OLTRE 6 MESI FA
Antibiotico resistenza fa 10mila morti all'anno in Italia: i batteri in grado di sopravvivere ai farmaci

Antibiotico resistenza fa 10mila morti all’anno in Italia: i batteri in grado di sopravvivere ai farmaci (foto Ansa)

I batteri che riescono a resistere ad uno o più farmaci antibiotici causano diecimila morti l’anno solo in Italia. La resistenza, come spiegano gli esperti, può essere naturale o derivata e acquisita da una precedente esposizione o da un uso inappropriato dei farmaci.

L’allarme degli esperti sull’utilizzo eccessivo degli antibiotici

“Sono farmaci che vanno utilizzati in maniera corretta, solo quando necessari e dopo prescrizione medica. Meglio ancora con un antibiogramma a disposizione, test che riporta quanto quel batterio sia suscettibile a uno più antibiotici – spiega a Repubblica Paolo D’Ancona, primo ricercatore dell’Istituto Superiore di Sanità – In ospedale si stanno implementando programmi di Stewardship antibiotica, in cui gli infettivologici, o team dedicati, coordinano l’impiego di questi medicinali in tutto l’ambito assistenziale. Si parla di perfezionare scelta, dosaggio, via e durata di somministrazione. In comunità, invece, è più complicato. Nonostante l’obbligo di ricetta rossa, c’è un utilizzo eccessivo”.

I batteri più pericolosi

“In Italia l’8% dei ricoveri ospedalieri ha presentato un’infezione correlata all’assistenza, quasi sempre dovuta a patogeni resistenti, in genere malattie respiratorie, urinarie, del sangue o delle ferite chirurgiche. In passato si guardava molto ai batteri Gram positivi (Gram è un tipo di colorazione, ndr) come lo Staphylococcus aureus. Oggi il vero pericolo viene dai Gram negativi, come Pseudomonas aeruginosa, Acinetobacter sp. e Klebsiella pneumoniae, in particolare KPC, resistenti alla classe antibiotica dei carbapenemi. Una situazione delicata, perché bisogna ricorrere a combinazioni o altri antibiotici, spesso ad elevata tossicità”.