Assembramenti per scelta e non per caso. La quadriglia sindaci-Regioni

di Lucio Fero
Pubblicato il 1 Febbraio 2021 - 12:52 OLTRE 6 MESI FA
Assembramenti per scelta e non per caso. La quadriglia sindaci-Regioni

Assembramenti per scelta e non per caso. La quadriglia sindaci-Regioni (Foto Ansa)

Assembramenti per scelta, assembramenti voluti, assembramenti cercati e attuati sapendo cosa si fa. Assembramenti consapevoli e tutt’altri che ignoranti. Le decine, centinaia di migliaia di italiani che, appena e come possono, fanno gruppo e folla non è che “non hanno ancora capito” come pietosamente pigola la narrazione politicamente corretta. Hanno capito benissimo tutto, soprattutto hanno chiaro quello che non vogliono capire.

Gerusalemme ci racconta una parabola del Noi

Gerusalemme, un rabbino muore di Covid, di Covid acclarato, sicuro. Al funerale del rabbino morto di Covid ventimila (!) persone ammassate in dolente corteo. La parabola, chiarissima, è che c’è in noi, nella condizione umana qui e oggi, molto che è molto più forte e potente del capire, razionalmente capire ed agire.  I ventimila di Gerusalemme non è che non sanno, non sono inconsapevoli o disinformati. Non sono in attesa di capire. Cosa è che li mette in corteo ammassato? Spiegazione razionale di quell’ammassarsi: considerano i riti della loro fede religiosa più importanti e inderogabili di qualunque altra “salute” e finiscono per supporre e confidare in una sorta di protezione riservata, anzi concessa, anzi inerente, all’esser partecipi e presenti alla liturgia. Spiegazione razionale, ma c’è qualcosa, c’è molto di molto più di quanto la ragione possa razionalmente spiegare.

Belgio, Ungheria…spiegazione politica?

Belgio e Ungheria ieri ma in queste settimane anche altri paesi tra cui la Germania e la Francia: migliaia in piazza ad assembrarsi in protesta contro misure anti contagio. Spiegazione razionale e visibile: in piazza la militanza e l’opinione dell’anti Stato, qui e oggi in Europa prevalentemente destra più o meno neo nazista e fascista, ma non mancano spezzoni e brandelli di anto Stato di sinistra (comunista?) e di anti Stato e basta. I ribelli alle misure anti contagio non è che non sanno, non è che devono capire. Si muovono per pulsioni politiche, si sostengono con lacerti di ideologie, si nutrono non di fake news (benevola definizione) ma di propaganda volutamente inventata, diffondono consapevoli menzogne. Attività razionali che li rendono assolutamente impermeabili alla razionalità.

Milano, Torino, Roma, Bologna, Napoli…ovunque una piazza si affolla

In ogni città d’Italia in questo fine settimana, ovunque non piovesse gente che s’affollava volentieri. Volentieri e volutamente. A prendersi con consapevole soddisfazione qualcosa che ritiene le sia stato tolto. A prendersi il tavolino su cui consumare cibo e bevande finalmente riavvicinati. A prendersi il passeggiare in mucchio, a prendersi la musica e l’aperitivo in pubblica comitiva. E ovunque feste, molto più organizzate che spontanee, nelle case e nei locali. Non è che queste centinaia di migliaia di persone (milioni?) non sappiano.

Non è che devono essere informate e convinte. Sono informate e convinte del loro incontenibile inalienabile e insopprimibile e incontinente diritto ad aver voglia. Voglia di assembrarsi sì, anche. Voglia che appare loro immune e capace di conferire immunità. Quella che si assembra è gente che, dopo un anno, sa. E non c’è nulla da spiegar loro. Hanno sentito, visto e capito. Quindi si affollano e si assembrano. Spiegazione razionale e al contempo psicologica e storica (nel senso di costante nei tempi): quando la realtà si fa non governabile e minacciosa. quando il reale è complicato ed ostile, la reazione di massa è la negazione della realtà (con annesso, se possibile, rogo delle entità malefiche che avvelenano le realtà.

Tocca ai medici essere additati come nemici più di quanto si immagini, dice nulla il refrain para negazionista sul “terrorismo” che gli scienziati o comunque i competenti spargerebbero?). Sì, è così nella storia. Ma non basta, ancora non basta: c’è qualcosa, c’è molto di molto più forte anche della costante storica dei comportamenti di massa di fronte alle pandemie.

La quadriglia sindaci, Regioni, Stato

C’è la pochezza, lo scarso spessore del ceto politico locale e nazionale. Ora va di moda rivolgersi al Tar se governo non ti dà colore che ti piace. Lo fanno sistematicamente le Regioni, soprattutto le Regioni per così dire di opposizione al governo. Mostrano così il loro spessore, lo spessore di chi vive la pandemia come un incidente stradale, un tamponamento e quindi andare in causa per risarcimenti.

E’ una quadriglia misera e pezzente, intellettualmente e culturalmente e civilmente pezzente che va avanti da mesi: Governo assegna un colore, Regione protesta. Regione implora, pretende: aprire, riaprire! Si riapre e sindaci e Comuni implorano: cittadini, non fate assembramenti, altrimenti si richiude. E la Regione che ha urlato il riaprite si fa pensosa e invita i cittadini a non ammassarsi…Spiegazione: fanno solo e soltanto quel che sanno fare e cioè campagna elettorale anche in tempo di Covid e sul Covid. Spiegazione monca e benevola, non fanno solo campagna elettorale, magari. Fanno clientela e clientelismo in tempo di Covid e sul Covid.

Non per salute ma per soldi

Tenere aperti i luoghi dove si sta in gruppo e ci si assembra (ristiranti, bar, teatri, cinema, palestre, concerti…e anche Ariston Sanremo Festival) perché altrimenti questi luoghi e chi di queste attività vive di chiusure letteralmente muore. E non c’è ristoro che tenga. Sì, certo: quale migliore spiegazione per l’ideologia di sostegno che recita il sempre oggettivamente falso “qui da noi non ci si contagia”? Ma la comprensibile pressione  di categoria e talvolta la furia di lobby non spiegano perché la gente, nel bar o ristorante riaperto, abbassi volentieri la mascherina, anzi celebri il deporla come atto niente meno che di libertà.

E allora?

Allora c’è che pandemia c’è come altre volte nella storia. Ma stavolta pandemia colpisce società, comunità che hanno vissuto tutta la loro vita nella certezza di essere non immuni ma invulnerabili. Culturalmente l’idea di una negatività lunga anni viene respinta. La pandemia “ha stufato” come già si diceva allegramente la scorsa estate. Nessuno, né i governi, né gli Stati, né la scienza (e neanche le religioni se ci provassero) almeno in Occidente hanno più autorevolezza e autorità per osare dire la verità (nel caso: le pandemie durano e non si accendono e spengono con un on-off).

Società, comunità giunte al massimo del benessere, della protezione, della sicurezza che mai umanità abbia conosciuto non sono per nulla resilienti o resistenti dal punto di vista culturale. Quindi non è che non hanno capito, hanno capito benissimo che benessere, protezione e sicurezza vengono limati ed è perciò che ne fanno feticcio e totem, li praticano come intoccabili, li cercano integri. Un po’ come colui che sta affogando cui non basta il braccio del soccorritore che lo sostiene a galla ma vuole tutto il corpo del salvatore anche a costo di non star più a galla entrambi? Forse, un po’.

Ma soprattutto la totale e ormai manifesta dissoluzione dell’esser cittadino dentro l’essere individuo, il cui inevitabile costo è diventare individui capaci di volere come tali e di intendere come massa. Ecco, forse, quel molto che è molto più forte di ogni razionalità.