Chi ha fatto la prima dose con Astrazeneca può ricevere la seconda dose con un altro vaccino? E’ il principio della sperimentazione avviata allo Spallanzani di Roma. I medici vogliono vedere se è possibile “splittare” le dosi, in maniera tale da non essere costretti a fare i richiami con la stessa casa farmaceutica.
Ad annunciare la sperimentazione sono stati il direttore sanitario Francesco Vaia e l’assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato. Dopo i casi rari di trombosi segnalati a seguito della vaccinazione con Astrazeneca, infatti, già alcuni paesi europei hanno preso una decisione in tal senso.
Prima dose Astrazeneca, seconda dose con altro vaccino: i test in Europa e la sperimentazione allo Spallanzani
Come la Francia, che ha deciso di non somministrare la seconda dose AstraZeneca alle persone con meno di 55 anni. Che riceveranno quindi un vaccino diverso. Nella sperimentazione ai nastri di partenza in Italia saranno 600 i volontari che dopo la prima dose con AstraZeneca avranno la seconda con Pfizer, Moderna e i due diversi vaccini a piattaforma virale con adenovirus di Sputnik. Per l’avvio della sperimentazione, è stato spiegato, si attende l’ok dell’Agenzia italiana del farmaco Aifa. La sperimentazione del mix di vaccini dopo la prima dose rientra un accordo firmato da Spallanzani, Regione Lazio, Istituto Gamaleya di Mosca e Fondo sovrano russo d’investimento.
Seconda dose con Sputnik: cosa bisogna verificare
“Ci saranno due direttrici – ha spiegato Vaia – una verificare se Sputnik sia in grado di produrre anticorpi neutralizzanti contro le varianti che preoccupano l’Italia. L’altra nasce perché c’è una fascia di popolazione perplessa su AstraZeneca, che ribadiamo è un vaccino sicuro come gli altri. Faremo una sperimentazione, così come hanno fatto altri paesi Ue, per verificare la possibilità di combinare vari vaccini. Quindi faremo uno studio a ‘4 braccia’: inoculando o una dose del primo adenovirus di Sputnik o del secondo, o di Pfizer o Modena. Questa è una sperimentazione che offriamo al Paese, una possibile soluzione. Chiederemo al direttore del Gamaleya di mandarci subito le dosi di Sputnik”, ha aggiunto.
Mentre l’assessore D’Amato ha spiegato: “Siamo pronti a partire già dalla prossima settimana, previo ok dell’Aifa”. Inoltre, l’ipotesi di dover “mischiare” i diversi vaccini anti Covid, specie laddove si rendessero necessari richiami ulteriori oltre la seconda dose con versioni aggiornate tarate in modo più specifico sulle varianti del virus, non è da escludere anche secondo uno dei maggiori specialisti britannici, il professor Jeremy Brown, immunologo all’University College di Londra e membro dell’organismo scientifico indipendente che assiste il governo di Boris Johnson in materia di campagna vaccinale.