X

AstraZeneca, quanto fa 30 casi di trombosi per 5 mln di dosi? Un niente che è un’enormità

di Lucio Fero |12 Marzo 2021 10:45

AstraZeneca, quanto fa 30 casi di trombosi per 5 mln di dosi? Un niente che è un'enormità (Foto d'archivio Ansa)

AstraZeneca, circa cinque milioni di dosi iniettate in Europa e trenta casi di trombi circolatori registrati tra i vaccinati. Matematicamente: se fosse un per cento sarebbero 50.000 trombosi, se fosse 0,1 per cento sarebbero 5.000 i casi. Trenta casi fa matematicamente circa la metà dello 0,001 per cento.

Una percentuale di casi di trombosi che si riscontra, si verifica anche in una equivalente popolazione di non vaccinati. Trenta trombi su cinque milioni di umani è cifra clinicamente minima, men che minima: normale.

Astrazeneca e casi di trombosi: clinicamente cifra minima, anzi normale. Ma psicologicamente e socialmente…

Ma esiste altra matematica, quella delle emozioni, quella della psicologia individuale e di massa, quella dei comportamenti sociali. Matematica altrettanto reale e potente di quella dei numeri della normalità clinica. E per questa matematica trenta trombi su cinque milioni di dosi sono una enormità. Una enormità che rende vano l’appello del magistrato italiano che indaga sulla morte di un giovane uomo in Sicilia. Il magistrato ha detto: “Evitiamo la psicosi collettiva”. Pia illusione, la psicosi collettiva è in atto.

Astrazeneca, il rifiuto della seconda dose

Difficile contarli, ma non sono certo casi isolati in Italia quelli che hanno paura di AstraZeneca e già si stanno sottraendo alla dose di richiamo. In Sicilia un giovane uomo, un militare, è morto poche ore dopo la vaccinazione. Crisi cardiovascolare.

AstraZeneca Lotto Abv2856, forse mal conservato, forse impurità nelle fiale. Forse. La somministrazione del Lotto è stata interrotta in Italia. Qualcosa di analogo in Danimarca che ha sospeso per 14 giorni tutta la vaccinazione con AstraZeneca e anche Austria, Norvegia, Islanda e Paesi Baltici hanno sospeso l’uso di alcuni Lotti di Astrazeneca.

Astrazeneca: indagine scientifica e giudiziaria. Una doverosa, l’altra rischiosa

Si indaga sul piano medico per accertare se c’è rapporto tra i coaguli nel sangue di trenta persone e il vaccino che hanno assunto, se c’è rapporto e quale. Indagine doverosa e doveroso è prendersi il tempo di una pausa prudenziale in attesa delle risposte. Insomma sospendere la somministrazione di alcuni Lotto di AstraZeneca appare misura saggia, il tempo delle autopsie e riscontri.

Rischiosa è invece l’indagine giudiziaria, almeno nella forma che ha assunto in Italia. Indagare per presunto omicidio colposo tutta la catena della vaccinazione, compresi medici che somministrano e infermieri che assistono, sarà formalmente anche doveroso e abituale ma è socialmente e sanitariamente disastroso. Si dovrebbe evitare di intimidire e impaurire medici infermieri e personale sanitario che, quand’anche vi fosse un legame tra vaccinazioni e trombosi, nulla c’entrano e nessuna colpa possono avere, neanche in quel caso.

Invece pare proprio che il giustizialismo della costituzione materiale che vige in Italia si appresti a dare una mano, involontaria e indiretta quanto si vuole ma pur sempre una mano, al rallentamento della già lenta campagna nazionale di vaccinazioni.

AstraZeneca, cattiva stella e le verità che non risolvono

AstraZeneca è vaccino nato sotto cattiva stella. Nato sotto il gigantesco, mastodontico equivoco ed errore di comunicazione e traduzione. La lingua della medicina diceva: vaccino relativamente poco testato sugli anziani, quindi consiglio clinico di usarlo sui non anziani. Traduzione sballata di giornalismi vari e del senso comune: vaccino pericoloso. In realtà la relativa affidabilità di AstraZeneca nella lingua scientifica era sulla efficacia del vaccino, non sulla sicurezza.

Poi AstraZeneca è stato testato sul campo e si è visto che non aveva penalità di efficacia, neanche se dato agli anziani. Ma su AstraZeneca è rimasta l’ombra di un che, anche se che non c’era. Ed ora quale indagine, quale verità acclarata spezzerà il link di mala immagine tra AstraZeneca e guai?

Ci sono verità che non risolvono, neanche a dirle. Una di queste verità è che se vaccini decine di milioni, centinaia di milioni di umani, qualcuno di questi umani muore. Proprio come qualche umano su centinaia di milioni che lo fanno muore dopo aver assunto qualunque altro medicinale. L’altra verità è che, qualora vi fosse un rapporto causa-effetto tra vaccinazione e qualche decesso (il che è ben lungi dall’essere dimostrato) una o due morti su più di sei milioni di dosi iniettate (numeri relativi ad oggi all’Italia) sono la più che accettabile contro partita in cambio delle molte migliaia di morti da Covid evitate.

La terza verità è che umani muoiono, prima e dopo aver assunto un vaccino o un medicinale o anche risultando prima in apparente perfetta salute e non c’è un “perché” diretto e chiaro. Perché la medicina non è un Sì o un No, un interruttore on-off, la medicina risponde per incidenza statistica e non può fare altro. Ma la gente alla medicina chiede il contrario: risposte nette, netti Sì e netti No. Come fai a dire quindi verità che per quanto vere, anzi forse proprio perché vere, non risolvono?

Scelti per te