Batterio New Delhi Toscana Batterio New Delhi Toscana

Batterio New Delhi in Toscana: allarme per 31 casi all’ospedale Cisanello di Pisa

Batterio New Delhi Toscana
Foto archivio ANSA

PISA – Allarme in Toscana per 31 casi accertati di infezione dal batterio New Delhi nell’ospedale di Cisanello a Pisa. L’infezione che è resistente agli antibiotici si è rivelata fatale per dieci pazienti, con un tasso di mortalità del 32%. La Regione Toscana ha reso noti i dati e lanciato un’allerta, soprattutto perché è all’ospedale di Cisanello che si è concentrato il maggior numero di casi di infezione.

Batterio New Delhi: i casi tra infetti e decessi

In una nota la Regione Toscana spiega che il dato relativo all’ospedale pisano è stato aggiornato nelle ultime ore, “sia per la grandezza dell’ospedale, ma anche con la complessità delle patologie dei degenti ricoverati, che arrivano peraltro da tutta la Toscana”. Da novembre 2018 sono state 64 le persone infettate dal batterio New Delhi ricoverate in Toscana e la mortalità è pari al 40% dei casi.

L’assessorato regionale alla sanità è stato cauto nel comunicare i dati sui decessi, sottolineando che la morte “è dovuta alle condizioni generali di questi pazienti: non è detto che la causa della morte sia stata necessariamente il New Delhi, le cause possono essere altre, oppure il batterio può essere una concausa. Il dato netto di causa-effetto sarà disponibile solo dopo una attenta analisi”.

Che cos’è il batterio New Delhi: i sintomi

Il batterio è stato osservato per la prima volta in una turista svedese di ritorno dall’India ed è un diverso ceppo della klebisiella, con dei geni che lo rendono più resistente alle terapie con antibiotici. Ad oggi è considerato uno dei batteri più difficili da contrastare, tanto da avere un tasso di mortalità fino al 70% dei casi, in relazione anche alle patologie pregresse dei pazienti infetti.  

I sintomi principiali sono febbre, infezione del tratto urinario, rush cutanei, dolori al torace, polmonite, problemi neurologici e in alcuni casi anche disturbi gastrici e artrione da antibiotico-resistenza in genere riguarda la popolazione ospedaliera. Si tratta di un batterio che normalmente fa parte della flora intestinale umana, motivo per cui diventa facilmente resistente all’antibiotico, e viene trasmesso per contatto.

La sua diffusione è legata principalmente alle scarse condizioni igieniche, soprattutto in luoghi come l’India, o in ambienti ospedalieri. La prima cosa da fare come profilassi, quindi, è quella di seguire norme igieniche severe e fare molta attenzione alla pulizia, ad esempio delle mani se ci si trova in luoghi a rischio contagio. 

Allerta batterio New Delhi: parte il monitoraggio regionale

A partire dal 16 settembre, la Regione si è attivata per dare un costante monitoraggio del numero di portatori del batterio, degli infetti e dei decessi “allo scopo anche di contribuire ad una corretta informazione tesa ad adottare le misure di prevenzione, ovvero ridurre l’utilizzo non corretto di antibiotici. In questi mesi la Regione è stata in costante contatto con il Ministero della salute e l’Istituto superiore di sanità, e il tema è stato oggetto di confronto all’interno del tavolo regionale relativo al piano nazionale di contrasto dell’antimicrobico-resistenza, a partire da marzo 2019”.

E ha aggiunto: “E’ stata poi costituita una unità di crisi regionale con esperti in materia di infezioni. Prodotto di questo lavoro è stato il decreto con il quale sono state formalizzate le indicazioni operative già fornite a tutte le strutture sanitarie: indirizzi omogenei per la gestione dei pazienti colonizzati-infetti, comprese le istruzioni da fornire alla dimissione, i protocolli terapeutici e le indicazioni per la pulizia ambientale”. (Fonte PisaToday e Infermieristicamente)

 

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