LONDRA – Bere pesantemente comporta il rischio di malattie cardiache quando si ha un reddito basso ma non corre lo stesso pericolo chi è ricco, rivela un nuovo studio condotto in Norvegia e riportato dal Daily Mail.
Secondo la ricerca chi beve da due a tre drink alla settimana ha rischi minori di morire di malattia, soprattutto se ricco. Ricerche precedenti hanno dimostrato che le persone più povere tendono a bere meno di quelle ad alto reddito, ma al contempo hanno più probabilità di essere ricoverate o morire a causa di malattie legate all’alcol, secondo gli autori dello studio.
Analizzando i dati su oltre 200.000 norvegesi, il nuovo studio ha dimostrato che l’importanza del consumo di alcol come fattore di rischio di malattie cardiache varia a seconda del reddito.
Lo studio spiega che, mentre è noto che le persone a basso reddito hanno più probabilità di fumare le sigarette, con elevato rischio di ammalarsi, tendono a morire in numero superiore per malattie legate all’alcol anche se ne bevono di meno.
I ricercatori lo definiscono il “paradosso dell‘alcol” e hanno cercato di capire quanto siano drammatiche le differenze degli effetti in base allo status socioeconomico. I grandi bevitori, con qualsiasi reddito, avevano il più alto tasso di mortalità ma le differenze tra i gruppi socioeconomici emergevano in quello che beveva moderatamente.
Nel complesso, le persone che bevevano moderatamente, ossia due o tre drink alla settimana, avevano più possibilità di evitare le malattie cardiache rispetto a quelle che bevevano pesantemente, raramente o mai.
Gli autori hanno notato che i bevitori moderati e nel gruppo a reddito alto erano particolarmente al riparo dal rischio di malattie cardiache. Secondo lo studio, bere “molto spesso” minacciava l’aspettativa di vita soltanto di chi era nei gruppi a reddito basso, mentre per le persone a reddito alto non era così.
“È interessante notare che episodi di alcolismo sono in qualche modo più comuni tra individui con reddito alto, anche nella fascia della popolazione più attenta alla salute”, hanno scritto gli autori dello studio.
Negli Stati Uniti, circa il 56% delle persone dichiara di bere almeno una volta al mese e si ritiene che circa 15 milioni di persone abbiano disturbi legati all’alcol. Le tasse sull’alcol sono aumentate per cercare di scoraggiare le persone a bere, ma negli Stati Uniti variano da Stato a Stato. Mentre Washington carica più di 35 dollari per un litro di alcol, il Wyoming non ha tasse sugli alcolici.
“Le tasse sugli alcolici sono particolarmente elevate in Norvegia, e il reddito alto per l’acquisto di bevande alcoliche potrebbero contribuire al fare la differenza” affermano i ricercatori e ipotizzano che la differenza degli effetti dannosi dell’alcol potrebbe dipendere dal fatto venga bevuto durate il pasto.
Quando l’alcol e il cibo vengono consumati insieme, il processo di digestione viene distribuito su un periodo di tempo più lungo e il corpo ha meno probabilità di essere invaso e danneggiato dall’alcol.
Gli autori hanno concluso: “Alla luce della dimensione del campione e del numero di eventi e dell’eterogeneità nelle categorie di bevitori pesanti, è difficile concludere con sicurezza che, tra i norvegesi adulti, non vi siano differenze socioeconomiche nella relazione tra grandi bevute e cardiopatie”.