Biotestamento, libertà di morire secondo natura. Come funziona

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 6 Dicembre 2017 - 10:22 OLTRE 6 MESI FA
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Biotestamento, la legge sarà approvata entro Natale? (foto Ansa)

ROMA – Biotestamento, libertà di morire secondo natura. Niente più, niente meno.

Se e quando il biotestamento sarà legge, nessuno potrà legalmente praticare eutanasia in Italia. Il biotestamento non legalizza l’aiutare a morire prima, non rende legale il suicidio. Chi lo sostiene bara e mente. Chi lo teme vedrà svanire i suoi timori se leggerà il testo di legge sul biotestamento.

Se e quando il biotestamento sarà legge, si potrà invece evitare di restare in vita artificialmente e si potrà dunque morire secondo natura.

In caso di malattie terminali e comunque senza cura conosciuta il paziente potrà rifiutare trattamenti che non lo curano ma lo tengono attaccato a una vita garantita solo da macchine. Potrà rifiutare, non sta scritto da nessuna parte che dovrà. Il biotestamento è una libertà, il contrario di un obbligo.

Biotestamento, funziona così: chi vuole quando è in condizioni per farlo, quando ha piena consapevolezza di sé, può in via scritta o audio esprimere cosa vuole o preferisce nel caso in futuro debba essere colpito da malattia terminale o pesantemente invalidante. Esprime questa sua volontà e l’affida, qualora lui non potesse più farla valere causa condizioni di salute, ad un fiduciario.

La liberà è quella di indicare a quali trattamenti medici si vuole essere sottoposti o no. Il biotestamento è revocabile o modificabile. Sia per sopravvenuto ripensamento, sia a seguito della scoperta di nuove terapie.

Il biotestamento impegna il medico. Deve tenerne conto. Se non è d’accordo, se ha remora etica rispetto alla scelta del paziente, il medico può opporre obiezione di coscienza. Può farlo il singolo medico, non la struttura sanitaria. Pubblica o privata che sia, la struttura sanitaria deve garantire al paziente-cittadino il rispetto concreto della sua volontà.

Punto fondamentale del biotestamento è l’idratazione e l’alimentazione artificiale. Idratare e nutrire per via artificiale quando un organismo non è più in grado di farlo da solo è la via maestra per mantenere vivo un corpo che da solo in vita non resterebbe. Qui lo snodo clinico, ideologico e culturale.

Chi si oppone al biotestamento sostiene che idratrare e nutrire artificialmente sia obbligo etico-religioso. E dietro questo ragionamento c’è la certezza che la vita non sia un bene disponibile dell’individuo, non sia materia disponibile dell’uomo ma solo della divinità. E dello Stato per conto della divinità. Quindi l’obbligo morale ad idratare, nutrire, prolungare artificialmente.

Di contro la libertà di rifiutare nutrizione, idratazione e prolungamento artificiale. La libertà, non l’obbligo. Chi vuole potrà, se e quando il biotestamento sarà legge, fare di se stesso paziente e uomo in fin di vita, ciò che ragione e coscienza gli detteranno. Ciascuno secondo la sua misura, etica e scelta.

Ma questa libertà è apparsa finora intollerabile a una vasta parte del Parlamento italiano che il biotestamento ha rallentato, boicottato, insabbiato. Adesso pare, pare, sarà presto legge grazie ad una intesa operativa Pd-M5S. Che il Natale ce la mandi buona.