Burnout, lo stress da lavoro riconosciuto come sindrome dall’Oms

Burnout, stress da lavoro: Oms la riconosce come sindrome
Burnout, lo stress da lavoro riconosciuto come sindrome dall’Oms

NEW YORK – Il burnout, o stress da lavoro, è stato riconosciuto ufficialmente come una sindrome dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). L’organizzazione ha inserito per sbaglio il burnout nell’elenco delle malattie, modificandone poi la classificazione a sindrome dettata dallo stress da lavoro, per cui si può cercare una cura ma che non è una condizione medica.

L’Oms ha anche fornito direttive ai medici per diagnosticare tale condizione. Si può essere affetti da burnout (letteralmente ‘esaurimento’, ‘crollo’) di fronte a sintomi come mancanza di energia o spossamento, aumento dell’isolamento dal lavoro o sensazioni di negatività e cinicismo legati al lavoro, diminuzione dell’efficacia professionale.

Per la diagnosi, ha specificato l’organizzazione, occorre anche escludere altri disturbi che presentano sintomi simili come il disturbo dell’adattamento, l’ansia o la depressione. Inoltre il burnout è una condizione che si riferisce solo ad un contesto lavorativo e non può essere estesa anche ad altre area della vita.

Il primo ad occuparsi di burnout è stato lo psicologo Herbert Freudenberger con un articolo scientifico pubblicato nel 1974, tuttavia parlava di una sindrome che si riferiva principalmente a professioni cosiddette di aiuto come quelle di infermieri e dottori ed estesa poi più in generale a persone chi si occupano di assistenza o che entrano continuamente in contatto con altre che vivono stati di disagio o sofferenza.

Oggi, secondo l’Istituto Nazionale della Salute americano, chiunque può soffrire di burnout, dalla celebrity alla casalinga passando per le persone in carriera agli impiegati sovraccaricati di lavoro mentre secondo l’ultimo sondaggio di Gallup, in Usa un impiegato su quattro ha a che fare con il burnout sempre o spesso e un altro 44% dice di sentirsi burnout a volte.

L’Oms non ha tuttavia stabilito quali sono le cure per trattare I pazienti affetti da burnout. Si tratta comunque di un passo in avanti soprattutto per quelle società, come quella americana, dove la cultura corporate spinge I propri impiegati verso i limiti per massimizzare la produttività.

In Italia proprio in questi giorni si parla dell’aumento dei suicidi nelle forze di polizia, 21 solo nei primi cinque mesi del 2019. Daniele Tissone, segretario generale del Silp Cgil, intervenuto ad a un convegno sul tema a Firenze ha detto che tra le cause dell’aumento dei suicidi c’e’ il burnout. Sugli agenti pesano turni pesanti e l’impegno crescente di fronte alle nuove esigenze della sicurezza collettiva. “Si opera con organici sempre più ridotti” – ha sottolineato sempre Tissone. 

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