Veronesi racconta il cancro: “La cura è vicina, svolta tra 10-15 anni”

Pubblicato il 8 Maggio 2012 - 13:22 OLTRE 6 MESI FA

Umberto Veronesi

ROMA – La vittoria contro il cancro si avvicina. Umberto Veronesi, direttore scientifico dell’Istituto Europeo di Oncologia, ne è convinto. Veronesi in un’intervista a La Stampa racconta il suo libro “Il primo giorno senza il cancro”, in cui spiega che “nei prossimi 10-15 raggiungeremo livelli di guaribilità molto elevati”. Nel libro del medico, che ha dedicato la sua carriera all’oncologia, ed ex ministro della Sanità si parla non solo della malattia e delle possibili terapie, ma anche della dimensione emotiva del paziente, che vede una diagnosi di cancro come una condanna. Ma Veronesi si dimostra ottimista: “Oggi sappiamo che arriverà un giorno in cui potremo dire che per un tumore non si muore più”.

Veronesi ha raccontato: “Quando spiego a un paziente che sì, c’è un tumore da affrontare, la comunicazione tra noi si interrompe, di colpo non mi ascolta più. Pensa immediatamente ai figli, a ciò che lo aspetta, alla vita e alla morte. A quel punto è inutile che io continui a parlare, a discutere di cure. La cosa da fare è restare un po’ in silenzio e provare poi lentamente a ristabilire la comunicazione con lui”.

Su una possibile cura Veronesi raccomanda prudenza: “Ma mi sento di poter dire che il giorno è vicino. Sono convinto che scopriremo tutte le cause biologiche e ambientali dei tumori e controlleremo il cancro, come la medicina ha fatto per tutte le epidemie”.

La ricerca medica infatti ha permesso di stabilire che le cellule tumorali sono cellule “sprogrammate”, come la chiama Veronesi, che presentano un Dna danneggiato. I farmaci “intelligenti”, che cioè sono in grado di riprogrammare il Dna, potrebbero rappresentare una terapia efficace. Riprogrammare una cellula non è però un lavoro semplice: i tumori sono legati a differenti geni che codificano in modo errato le informazioni cellulari. Un farmaco “intelligente” intervenire dunque su geni diversi contemporaneamente.

Un passo importante è stato sicuramente la decodifica del genoma umano nel 2000, ma c’è ancora del lavoro da fare, come spiega Veronesi: “C’è bisogno di un livello di analisi e sequenziamento del Dna ancora più approfondito. Vede, oggi sappiamo che la popolazione cellulare tumorale resta attiva perché contiene cellule staminali tumorali, cellule madri. Abbiamo cominciato a identificarle e questo produrrà risultati straordinariamente efficaci. Ma dobbiamo continuare su questa strada per arrivare un giorno a colpire e distruggere soltanto le cellule staminali tumorali”.

Un’altra scoperta molto importante riguarda l’Rna, un messaggero dell’informazione genetica delle cellule: “Quando il tumore si forma può rilasciare nel sangue frammenti di genoma, di Rna, che chiamiamo MiRna. La ricerca dei MiRna può diventare uno strumento di diagnosi superprecoce per individuare con sempre maggior anticipo il tumore. Per ora abbiamo trovato questi marcatori solo per il tumore del polmone, ma è ragionevole pensare che li scopriremo anche per le altre forme”.

L’aspetto psicologico ed emotivo della cura non è comunque da sottovalutare, anzi costituisce un importante fattore nella guarigione e nell’affrontare la malattia, come Veronesi spiega: “La parola cancro crea ancora un blocco a livello psicologico, nel lessico sociale e, come ho detto, anche nella comunicazione medico-paziente – e aggiunge – . E’ diventata metafora del male. Non a caso si dice che la mafia è il “cancro della Sicilia”. O peggio. Giorni fa si è rotto il parabrezza dell’auto e in officina ho sentito dire che era colpa del “cancro del vetro”. Il mio lavoro consiste anche in questo: combattere i fantasmi, la simbologia legata a questa malattia”.

Dunque il primo passo nell’affrontare il cancro va fatto con “un atteggiamento di fiducia e speranza”, per Veronesi, che “è dettato dai progressi della medicina, intendiamoci, ma che è giusto sottolineare con parole e gesti. Anche se la guarigione è molto nelle mani della gente. Con la prevenzione intendo, con l’attenzione allo stile di vita, a cominciare da una alimentazione sana. Più le persone partecipano a questo sforzo, più sarà vicino il primo giorno senza cancro”.