Cancro al seno nell’uomo: il caso di Stefano Saldarelli

Stefano Saldarelli si è ammalato di cancro al seno
Stefano Saldarelli nella foto scattata da Francesco Bolognini per la sua campagna di sensibilizzazione

PRATO – Il cancro al seno non è solo una questione di donne. Lo sa bene Stefano Saldarelli, grafico toscano di 48 anni, che alla fine del 2017 ha ricevuto una diagnosi che mai si sarebbe immaginato:  carcinoma duttale infiltrante alla mammella. In altre parole: tumore al seno. 

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Da allora, racconta il quotidiano Il Tirreno, Stefano ha vissuto il calvario che molte donne conoscono, con l’aggiunta di un senso di inadeguatezza dato dalla scarsissima, quasi nulla conoscenza del fatto che il cancro al seno può colpire anche gli uomini.

“Francamente non riuscivo a capire perché mi trovavo in ospedale. Perché stava accadendo a me e che ci facevo in quel posto, in mezzo a tutte quelle donne”, ha ricordato Saldarelli al Tirreno. 

Proprio ad una donna, sua moglie Antonella, Stefano deve la sua salvezza. E’ stata lei, con una carezza, ad accorgersi di quello strano rigonfiamento vicino al capezzolo sinistro del marito. Da lì erano scattati gli accertamenti, poi era arrivata l’inaspettata diagnosi. Nel dicembre scorso Stefano Saldarelli è stato operato. E subito dopo ha dovuto iniziare il ciclo di chemioterapia, per un totale di dodici sedute.

Ma di pari passo con la battaglia contro la malattia Saldarelli ne ha combattuta un’altra: quella contro la scarsissima informazione. Ne è nata una campagna, #cancroalsenomaschile, e un blog stefanosaldarelli.com, in cui il grafico toscano racconta le fasi del male, dalla scoperta alla diagnosi.

L’obiettivo è far capire che il cancro al seno “non è solo roba da femmine”, come recita il post della campagna in cui Stefano appare mostrando la cicatrice che ha al posto del capezzolo sinistro. Del resto lo stesso oncologo dell’ospedale di Prato ha spiegato al Tirreno che ogni anno in quello stesso nosocomio vengono operati 400 pazienti di cui circa l’1-2% sono uomini.

“La prevenzione dovrebbe essere tema trasversale, senza distinzioni di genere. O forse si dovrebbe genericamente parlare di cancro al seno senza specificarne la natura maschile o femminile”, sottolinea Stefano.

 

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