Celiachia, un farmaco sperimentale previene i danni del glutine all’intestino

redazione salute
Pubblicato il 26 Giugno 2024 - 10:30
celiachia

celiachia, foto ANSA

La celiachia è una malattia autoimmune che colpisce milioni di persone in tutto il mondo, causando infiammazione e danni alla mucosa intestinale in risposta all’ingestione di glutine. Attualmente, l’unico trattamento efficace per i celiaci è una rigorosa dieta priva di glutine. Tuttavia, un recente studio ha rivelato che un farmaco sperimentale chiamato ZED1227 potrebbe rappresentare una svolta nel trattamento di questa condizione debilitante.

Celiachia, il nuovo farmaco sperimentale

Il farmaco ZED1227 è un inibitore della transglutaminasi 2 (TG2), un enzima che gioca un ruolo cruciale nella risposta autoimmune scatenata dal glutine. Quando una persona con celiachia consuma glutine, la transglutaminasi 2 modifica la proteina del glutine, permettendo al sistema immunitario di riconoscerla come una minaccia. Questo porta a una risposta infiammatoria che danneggia i villi dell’intestino tenue, compromettendo l’assorbimento dei nutrienti e causando una serie di sintomi gastrointestinali e sistemici.

Un team internazionale di ricercatori, guidato da scienziati della Facoltà di medicina e tecnologia sanitaria dell’Università di Tampere e dell’Ospedale universitario di Tampere in Finlandia, ha condotto uno studio per valutare l’efficacia di ZED1227. Hanno collaborato con esperti dell’Istituto di immunologia traslazionale e del centro celiaco dell’Università Johannes-Gutenberg in Germania, del Centro norvegese di ricerca sulla celiachia e di altri centri di ricerca. Lo studio è stato pubblicato sulla  rivista scientifica Nature Immunology .

Lo studio ha coinvolto un gruppo di pazienti celiaci che sono stati sottoposti a un esperimento specifico. I partecipanti sono stati divisi in due gruppi: uno ha ricevuto 3 grammi di glutine insieme a 100 milligrammi di ZED1227, mentre l’altro gruppo ha ricevuto lo stesso quantitativo di glutine insieme a un placebo. Dopo sei settimane di esposizione al glutine, i ricercatori hanno analizzato biopsie della mucosa intestinale dei partecipanti, concentrandosi sull’attività genetica attraverso l’analisi del trascrittoma.

I risultati hanno mostrato che ZED1227, assunto per via orale, preveniva efficacemente il danno e l’infiammazione della mucosa intestinale indotti dal glutine. Nei pazienti che hanno assunto il farmaco, l’attività dei geni responsabili dell’assorbimento dei nutrienti e degli oligoelementi è tornata ai livelli precedenti l’esposizione al glutine. Questo suggerisce che ZED1227 potrebbe proteggere la morfologia della mucosa intestinale, la differenziazione cellulare e l’assorbimento dei nutrienti, similmente a quanto osservato nei pazienti che seguono una dieta rigorosamente priva di glutine.

Il professor Markku Mäki, uno dei ricercatori principali, ha sottolineato l’importanza di questi risultati, spiegando che il farmaco inibisce l’enzima transglutaminasi 2, impedendo al glutine di essere trasformato in una forma che innesca la risposta autoimmune. Questo blocco dell’enzima TG2 riduce significativamente il rischio di danni alla mucosa intestinale, offrendo una potenziale alternativa alla dieta priva di glutine.

Nonostante i risultati promettenti, è ancora prematuro affermare che ZED1227 diventerà il trattamento standard per la celiachia. Tuttavia, gli esperti sono ottimisti riguardo al suo potenziale. Il professor Keijo Viiri, che ha coordinato lo studio, ha dichiarato che il farmaco potrebbe essere utilizzato in combinazione con una dieta priva di glutine per migliorare ulteriormente la qualità della vita dei pazienti celiaci. Viiri ha inoltre sottolineato l’importanza della medicina personalizzata, suggerendo che ZED1227 potrebbe essere particolarmente utile per i pazienti con un genotipo HLA ad alto rischio.