ROMA – Cibo bugie. O chiamatele balle, oppure illusioni. O ancora speranze infondate. O magari fosse. Oppure equivoci, esagerazioni, magari favole. La prima e più grande favola, in fondo tenera, cui credono quasi tutti e che quasi tutti amano sentirsela narrare è che esistano cibi che fanno bene e cibi che fanno male. Beh, non è vero.
Nessun cibo di per sé fa male e nessun cibo di per sé cura. Già, ma dura da smontare la favola. Ma come? E tutta l’attenzione al mangiar questo sì e quello no, al mangiar bio, nature? Tutta la caccia al prodotto free, al prodotto senza, perché il senza sembra la chiave della salubrità del cibo? E tutta la produzione di cibi vestiti da rimedi e quasi medicine naturali? E tutta la pubblicità costruita al riguardo? E tutto l’orrore, divenuto costume, per i cibi che fanno, si dice, male? Beh, vero nulla. Anche se, è ovvio, la verità non smonterà la favola.
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Ci provano a mostrare e dimostrare che quella dei cibi che da soli curano e dei cibi che da soli ammalano i tre giorni della Scienza Medica a Bologna (La Stampa, articolo Valentina Arcovio). Ci provano a mostrare e dimostrare che l’alimentazione corretta è quella che comprende in dosi e frequenze l’assunzione di ogni tipo di cibo appunto. Ci provano a mostrare e dimostrare che la cosiddetta ortoressia ( l’ossessione del cibarsi sano) è molto più diffusa di quanto si immagini e si annida, anzi abita alla grande nel senso comune.
Ci provano, ma con scarse speranze di successo. Andate a convincere il senso comune che l’equazione carne rossa uguale cancro non sta in piedi. Equazione falsa ma il senso comune ne ha fatto matematica alimentare e i consumi di carne rossa sono crollati. Andate a spiegare che se mangi carne rossa cinque volte a settimana questa è alimentazione che può essere concausa di tumore, ma se mangi due bistecche a settimana non può farti altro che bene. Andate e…sarete sconfitti.
Andate a spiegare che non è vero, neanche un po’, che lo zucchero di canna sia più “leggero” di quello bianco. Anzi che tra i due non c’è nessuna differenza in termini dietetici. Andate a dire come stanno le cose e sarete sconfitti, perfino al bancone di ogni bar davanti a un caffè su due in procinto di essere consumato.
Forse, molto forse, qualche speranza in più l’avrete andando a spiegare che non è vero che le banane verdi ammazzano il cancro. E che non è vero che cuocere i cibi uccide la loro qualità nutritiva (che cretini i primi umani che misero il cibo sul fuoco!?) e che i crudisti facciano pure la loro scelta di gusto ma dovrebbero risparmiarci la balla della qualità nutritiva che si perde (fosse vero gli umani cucinatori si sarebbero estinti). Forse, molto forse, qualcuno starà a sentire la scienza.
Che però sarà subito respinta e sconfitta qualora osasse spiegare che non esistono, proprio non esistono in natura tisane che sciolgono e bruciano i grassi e che il gluten free è una moda e non una misura terapeutica.
Si calcola che circa l’80% degli italiani stia per così dire attento a cosa mangia. E questa è cosa buona e giusta. Ma stare attento molto spesso significa guardarsi in maniera paranoica o semplicemente superstiziosa da questo o quel cibo, oppure significa rivolgersi a questo o quel cibo come alla reliquia del santo, cibo guaritore. E’ pieno di chi pensa che mangiando questo o quello ecco che invecchia di meno o evita il cancro. E che mangiando questo o quello succede il contrario. E’ pieno di chi pensa ci sia il cibo veleno e il cibo miracolo.
Beh, non è vero. Ma cosa può la Scienza Medica contro il 25 per cento degli italiani che decide cosa mangiare e cosa no in mistiche-magiche riunioni chiamate blog, chat, e community nella grande Rete?