TORINO – Cinghiali radioattivi per l’incidente di Chernobyl nel 1986? Secondo l’esperta è possibile. ”Non abbiamo ancora elementi concreti per fare una corretta valutazione del rischio, ma una cosa è la consistenza del pericolo, un’altra le effettive conseguenze per la salute” afferma all’Ansa Maria Caramelli, direttore generale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta.
”Abbiamo ricevuto i dati tre settimane fa – spiega – ma sono talmente sorprendenti che, prima di renderli noti, abbiamo preferito effettuare ulteriori verifiche”.
”Il Cesio 137 – spiega ancora – è tipico delle emissioni nucleari. Dai dati in nostro possesso è possibile che la contaminazione sia dovuta all’incidente di Chernobyl”. Due gli elementi che avvalorano questa ipotesi: ”In primo luogo questo radionuclide si esaurisce in un tempo di gran lunga superiore ai trent’anni – dice – e poi tende a bioaccumularsi negli organi del cinghiale”. Casi analoghi, per altro, sono stati riscontrati anche in Germania e in Austria.
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