ROMA – Secondo una ricerca americana molte persone danno poco peso a quei sintomi che potrebbero anticipare un danno celebrale come l’ictus. Rinviano la richiesta di soccorso solo a quando la situazione è più grave. Le tre ore che seguono i primissimi sintomi dell’ictus sono cruciali: arrivare il prima possibile in ospedale per ricevere le prime cure significa poter ridurre al minimo i danni o addirittura tornare alla condizione normale pre-ictus.
Di seguito le principali indicazioni su questa importante patologia, per essere più preparati sui primi sintomi e cosa fare in caso di sospetto attacco.
Quanti tipi di ictus esistono? Prima di tutto bisogna distinguerli. Quello ischemico è la forma di ictus più comune, provocato da un trombo o un embolo che ostruisce un’arteria del cervello. Questo trombo può formarsi direttamente in quel vaso oppure può arrivarci da altri distretti del corpo attraverso il circolo sanguigno.
L’ictus emorragico è la forma di ictus più rara ma più pericolosa. Viene scatenato dalla rottura della parete di un’arteria del cervello, che provoca una emorragia cerebrale difficile da bloccare.
Il mini-ictus-tia è l’attacco ischemico transitorio. È un calo temporaneo nell’afflusso di sangue al cervello, sufficiente a determinare qualche sintomo che regredisce nel giro di 24 ore. È un importante campanello d’allarme per un ictus più importante.
Sintomi. Debolezza o intorpidimento di faccia, braccia o gambe, soprattutto di un lato del corpo. Vertigini, difficoltà a camminare, perdita di equilibrio e coordinazione. Confusione, difficoltà nel parlare e nel capire.Problemi alla vista e fortissimo mal di testa senza causa apparente.
Fattori di rischio. Vi sono casi non modificabili come l’ invecchiamento, la predisposizione familiare e il genere maschile. Ma ci sono anche casi cronici come chi soffre di ipertensione arteriosa, colesterolo alto e diabete.
Come prevenirlo. Secondo le nuove linee guida americane sulla prevenzione primaria dell’ictus, un corretto stile di vita è il “farmaco” più potente. Le principali raccomandazioni degli esperti sono ridurre i cibi salati, quelli ricchi di grassi saturi e aumentare le quantità di frutta e verdura. Smettere di fumare e cercare di evitare anche il fumo passivo. Fare più movimento ed evitare la sedentarietà. Monitorare regolarmente la pressione arteriosa e mantenerla sotto la soglia dei 140/90 mm Hg.