Compri (e paghi) manzo, mangi cavallo. Scandalo europeo, e in Italia?

NEW YORK – Uno scandalo che si allarga e che per ora riguarda milioni di consumatori in almeno cinque Paesi dell’Unione Europea. E’ lo scandalo della carne di cavallo negli hamburger, quello che ha già prodotto il ritiro di milioni di pezzi dai mercati di Irlanda, Regno Unito, Polonia, Francia e Svezia.

Funziona così: un consumatore compra un hamburger (o una lasagna, come dimostra il recente caso della Findus) convinto di mangiare manzo. Invece, il piatto in questione contiene carne equina. Al di là di possibili, e tutti da dimostrare, rischi per la salute rimane l’aspetto della frode alimentare. Perché di frode a tutti gli effetti sembra trattarsi.

Ne è convinto, per esempio, Alen Reilly, responsabile dell’Autorità per la sicurezza alimentare irlandese che in un’intervista alla Radio nazionale ribattuta dal New York Times spiega: “Non stiamo più parlando di tracce di carne di cavallo. Stiamo parlando di carne di cavallo. Qualcuno da qualche parte sta deliberatamente inserendo carne equina in hamburger che poi sono venduti come carne di manzo. Ma non sappiamo esattamente dove tutto questo stia accadendo”.

Insomma, prima di tutto una frode vera e propria. Con la sensazione che la dimensione esatta della contraffazione non sia ancora stata stabilita. E una domanda sorge spontanea: in Italia si può stare tranquilli? Difficile stabilirlo con certezza.
 
Certo Reilly non fa nulla per rassicurare e confinare l’allarme: “Non è come avevamo pensato all’inizio. Non è una cosa che riguarda solo l’Irlanda. Questa storia riguarda il Regno Unito, il Lussemburgo, la Polonia e anche l’Olanda. E’ un problema europeo a tutti gli effetti”.

Findus, chiamata  in causa dopo che nelle sue lasagne è stato trovato tra il 60 e il 100% di carne non nega e chiede scusa dicendosi “dispiaciuta per quanto accaduto” e al “lavoro perché un episodio simile non succeda mai più”. Le lasagne in questione sono prodotte in Francia dalla Comigel. Ma la società ha immediatamente ritirato il prodotto dal mercato.

Cautela minima che non basta a rassicurare i consumatori. Non è direttamente e immediatamente una questione di salute. Nessuno ha avuto problemi collegati al consumo della carne equina. Ma, se carne di cavallo etichettata come manzo supera la rete dei controlli, la domanda è lecita: come possiamo stare tranquilli? Domanda che riguarda i consumatori di tutta Europa, anche gli italiani.

Poi c’è la questione fenilbutazone, il principio attivo trovato nella carne di cavallo. Si tratta di una sostanza usata per curare malattie come artrite e gotta. Ma è diffusa soprattutto a livello veterinario per curare i cavalli. Non il massimo come prodotto alimentare.  Resta quindi  la domanda di fondo: come possiamo essere sicuri di quello che mangiamo?

Un discorso a parte è lo “psicodramma” tutto anglo irlandese dell’amore per i cavalli. Per loro mangiare un cavallo è un po’ come mangiare un cane. La frode, in un certo senso, è doppia. Proprio il fatto che sia stato usato il cavallo, più economico del manzo, ha da subito fatto pensare ad una frode su scala europea.

Non dimentichiamo, infine, che proprio dai paesi nordici, più avanzati nella organizzazione del cibo ma anche nei controlli, sono nati i grandi scandali alimentari degli ultimi anni:  dalla mucca pazza alla diossina nelle uova.

La preoccupazione è automatica. E il pensiero corre a quelle migliaia di hamburger a basso costo serviti nelle scuole, negli ospedali, nelle mense  e nelle prigioni di tutta Europa. Chi controlla? Delle etichette, a questo punto è evidente, non ci si può fidare. 

 

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