Coronavirus, Andreoni: “Il caldo aiuta perché secca il droplet. Ma il virus non si è indebolito” Coronavirus, Andreoni: “Il caldo aiuta perché secca il droplet. Ma il virus non si è indebolito”

Coronavirus, Andreoni: “Il caldo aiuta perché secca il droplet. Ma il virus non si è indebolito”

ROMA  – L’estate “può aiutarci” contro l’epidemia di coronavirus “perché i raggi ultravioletti uccidono in parte il virus. Ma, più ancora che dal sole, l’effetto è determinato dal caldo, che fa seccare prima le goccioline che emettiamo quando parliamo: cadono prima e tendono a infettare meno. Quindi è un fatto molto meccanico, fisico”: a spiegarlo è Massimo Andreoni, professore ordinario di malattie Infettive presso l’Università degli studi di Roma Tor Vergata.

Intervenendo alla trasmissione Agorà, su Rai 3, il direttore Scientifico della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (Simit) si è detto però molto preoccupato dalla movida osservata in questi giorni.

“Così facendo – ha commentato Androni – rilanciamo il virus e non c’è caldo che ci aiuti. Di fronte a queste cose il caldo non può fare nulla”.

Il professor Andreoni ha poi commentato la teoria di diversi virologi secondo cui il virus si starebbe indebolendo: “quello che il virus si stia indebolendo è un discorso pericoloso”, ha detto.

“Le segnalazioni di singoli casi non fanno la regola. Il virus resta pericoloso come è stato nelle settimane passate”.

Uno studio coordinato da University College di Londra mostra che ci sono 7mila mutazioni del virus ed alcuni esperimenti hanno fatto ipotizzare che possa aver perso forza.

“Quello che sta accadendo non ci fa vedere che il virus si stia indebolendo. Gli studi di filogenesi, condotti in Cina e in Italia, su tantissimi campioni di virus – ha aggiunto Andreoni – fanno vedere che virus è cambiato molto poco e non si sta indebolendo”. (Fonti: Ansa, Agorà)

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