Coronavirus, aria calda e secca favorisce il contagio? Gli studi australiani Coronavirus, aria calda e secca favorisce il contagio? Gli studi australiani

Coronavirus, l’aria calda e secca favorisce il contagio? Gli studi australiani

Con l’aria calda aumenta il rischio di contrarre il coronavirus? La scoperta dei ricercatori australiani. 

Secondo due studi condotti a Sydney, l’aria calda e asciutta aumenterebbe i rischi di contagio, rispetto all’aria umida. Motivo? Perché il coronavirus si diffonde attraverso le goccioline, quando le persone contagiate tossiscono e starnutiscono.

Nell’aria secca le goccioline si contraggono trasformandosi in aerosol, che può penetrare più a fondo nel tratto respiratorio.

A Sydney l’epidemia è insorta a febbraio, cioè quando nell’emisfero australe era piena estate, cominciando a crescere a ritmo esponenziale.

Quando l’aria è divenuta più umida l’andamento dell’epidemia è declinato, pur tenendo conto dell’effetto dei periodi di lockdown.

Gli studi sono stati coordinati dal professor Michael Ward, epidemiologo della Sydney School of Veterinary Science presso l’Università di Sydney, in collaborazione con la Fudan University di Shanghai e pubblicati sulla rivista Transboundary and Emerging Diseases.

“Questi due studi si aggiungono a un crescente corpo di evidenze, secondo cui l’umidità è un fattore chiave nella diffusione del Covid-19”, scrive Ward.

L’uso di mascherine è fondamentale

“Questo conferma la necessità di indossare la mascherina, per impedire sia la fuoriuscita di aerosol infettivi nell’aria da parte di individui infettivi, sia l’esposizione ad aerosol infettivi di individui non infetti”, aggiunge lo scienziato.

Gli studi hanno calcolato che per una diminuzione dell’1% dell’umidità relativa, i casi di Covid-19 potrebbero aumentare del 7-8%.

Simile tendenza è stata rilevata nello studio parallelo sull’insorgenza in Cina di Covid-19 e anche durante le epidemie di coronavirus correlati, che hanno causato Sars e Mers.

La stima è di circa 2 volte l’aumento di contagi per un calo del 10% dell’umidità relativa.

“Il numero crescente di evidenze conferma che il clima è un fattore nella diffusione del Covid-19, aumentando la prospettiva di focolai di malattie stagionali”, spiega ancora Ward, che individua ragioni biologiche per cui l’umidità è importante nella trasmissione dei virus aerei.

“Quando l’umidità è inferiore, l’aria è più secca e rende gli aerosol più piccoli delle goccioline “, scrive. “Quando l’aria è umida gli aerosol sono più grandi e più pesanti, e cadono sulle superfici più velocemente”. (Fonte: Ansa).

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