Coronavirus, cardiologi: “Sanità al tempo del Covid rischia di fare più morti del virus stesso”

Allarme della Società italiana di cardiologia (Sic) : “La sanità al tempo del coronavirus rischia di fare più morti del virus stesso”

“La sanità al tempo del coronavirus rischia di fare più morti del virus”. “Quella a cui stiamo assistendo ora, non è una Fase 2 ma una Fase 1bis, ovvero stiamo vedendo più o meno alle stese criticità di qualche mese fa: osserviamo già una riduzione di visite cardiologiche, c’è ancora difficoltà a recuperare visite non effettuate durante l’emergenza” e a questo si aggiunge “un problema oggettivo nell’effettuare i triage”. L’allarme arriva da Ciro Indolfi, presidente della Società italiana di cardiologia (Sic) e vice presidente di Foce, la neo nata alleanza che riunisce esperti di oncologia, cardiologia ed ematologia.

Le malattie del cuore interessano circa 7,5 milioni di persone in Italia e in 36 anni la mortalità si è più che dimezzata. Progressi che la pandemia rischia di compromettere.

Aumento dei decessi

Già durante la fase emergenziale, il rinvio degli interventi non urgenti di angioplastica coronarica ha portato ad un aumento della morte e della disabilità.

A fronte dell’arrivo di una nuova ondata di contagi, ha ricordato Indolfi, “non vogliamo rischiare ora di trovarci come a marzo, quando i pazienti con infarto non andavano al pronto soccorso per paura”. Con la conseguenza che “molte persone sono morte a casa o sono sopravvissute con gravi danni”.

Problema triage

Tra le criticità che già vediamo, sottolinea, i problemi nella divisione dei pazienti cardiologici con sintomi Covid da quelli non Covid. “I pazienti arrivano nei nostri reparti con febbre e tosse, senza aver potuto fare un triage adeguato. Va quindi affrontato il nodo dei test rapidi nei malati ricoverati in urgenza”.

Quindi l’appello “a unire le forze in questa situazione”, anche perché proprio questi pazienti “sono più a rischio di forme gravi di Covid”. (Fonte: Ansa)

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