Coronavirus: come si riconosce, cosa fare in caso di sintomi? La guida dell'Istituto superiore di sanità Coronavirus: come si riconosce, cosa fare in caso di sintomi? La guida dell'Istituto superiore di sanità

Coronavirus: come si riconosce, cosa fare in caso di sintomi? La guida dell’Istituto superiore di sanità

Coronavirus: come si riconosce, cosa fare in caso di sintomi? La guida dell'Istituto superiore di sanità
Coronavirus: come si riconosce, cosa fare in caso di sintomi? La guida (foto Ansa)

ROMA – Come si riconosce il coronavirus? Cosa fare in caso di sintomi, chi chiamare e come spostarsi? Sono in molti a porsi queste domande ora che le restrizioni dovute all’emergenza da Covid-19 sono estese a livello nazionale. Per questo l’Istituto superiore di sanità ha stilato un vademecum, 8 punti con tutte le risposte ai dubbi che ci assalgono in queste ore. 

La prima regola è sempre quella di non uscire, se non per fare la spesa o per serie ragioni di salute e di lavoro, per evitare di contagiarsi e di contagiare. Ecco la guida dell’Istituto di Sanità: 

1. Quali sono i sintomi a cui devo fare attenzione?

Febbre e sintomi simil-influenzali come tosse, mal di gola, respiro corto, dolore ai muscoli, stanchezza sono segnali di una possibile infezione da nuovo coronavirus.

2. Ho febbre e/o sintomi influenzali, cosa devo fare?

Se negli ultimi 14 giorni sei stato a stretto contatto con una persona infetta da Covid-19 o sei stato in un’area a rischio oppure hai lavorato in una struttura sanitaria con pazienti Covid-19, resta in casa e chiama il medico di famiglia, il pediatra o la guardia medica.

3. Dopo quanto tempo devo chiamare il medico?

Subito. Se ritieni di essere contagiato, chiama appena avverti i sintomi di infezione respiratoria, spiegando i sintomi e i contatti a rischio.

4. Non riesco a contattare il mio medico di famiglia, cosa devo fare?

Chiama uno dei numeri di emergenza indicati sul sito www.salute.gov.it/nuovocoronavirus

5. Posso andare direttamente al pronto soccorso o dal mio medico di famiglia?

No. Se accedi al pronto soccorso o vai in un ambulatorio senza prima averlo concordato con il medico potresti contagiare altre persone.

6. Come posso proteggere i miei familiari?

Segui sempre i comportamenti di igiene personale (lavati regolarmente le mani con acqua e sapone o usa un gel a base alcolica) e mantieni pulito l’ambiente. Se pensi di essere infetto indossa una mascherina chirurgica, resta a distanza dai tuoi familiari e disinfetta spesso gli oggetti di uso comune.

7. Dove posso fare il test?

I test vengono eseguiti unicamente in laboratori del Servizio Sanitario Nazionale selezionati. Se il tuo medico ritiene che sia necessario un test ti fornirà indicazioni su come procedere.

8. Dove trovo altre informazioni attendibili?

Segui solo le indicazioni specifiche e aggiornate dei siti web ufficiali, delle autorità locali e della Protezione Civile.

Dal termometro al test, le tappe per la diagnosi

Termometro, tampone faringeo e test per estrarre il materiale genetico del virus: sono questi i tre step per la diagnosi.

Il termometro è la prima linea, dal momento che la febbre è il sintomo più comune dell’infezione. Può essere anche lieve e non accompagnata dai sintomi tipici delle malattie respiratorie, come raffreddore e tosse.

Il tampone faringeo è il secondo step per una eventuale diagnosi e consiste nel prelevare campioni di fluido dalla mucosa della faringe con l’aiuto di un bastoncino alla cui estremità di trova un tampone in cotone. L’obiettivo è verificare se nel muso sono presenti particelle del virus. 

Il muco prelevato per mezzo del tampone viene quindi analizzato per estrarre il materiale genetico del coronavirus. Se nessuna traccia del virus viene rilevata il test è negativo, ma va comunque ripetuto. Una sola risposta negativa non è sufficiente.

Nello stesso campione si cercano inoltre tracce di altri virus, come quelli responsabili dell’influenza stagionale per poter scartare ogni ipotesi. Nel caso in cui il test riveli la presenza di materiale genetico del coronavirus si utilizzano sonde molecolari per riuscire a moltiplicarlo e ad analizzarlo.

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