Cosa si deve fare se si è stati a contatto con una persona che poi è risultata positiva al coronavirus? Quali sono i contatti a rischio e quali no?
Ci sono diversi tipi di contatti coronavirus. Contatti stretti e a rischio sono conviventi con un caso Covid-positivo. Contatti fisici ravvicinati con un positivo. Contatto diretto per 15 minuti a meno di 2 metri di distanza con un caso positivo. Il ministero della Salute spiega anche che in treno, autobus, aereo, sono a rischio tutte le persone sedute entro due posti.
Ma una volta saputo di aver avuto contatti con una persona positiva, cosa fare? I contatti stretti sono considerati ad alto rischio, nei loro confronti viene applicata la misura della quarantena con sorveglianza attiva (quindi monitoraggio di medico di base e Asl).
I contatti casuali sono invece a basso rischio, a loro è richiesta la sorveglianza passiva. Sono dunque tenuti, per almeno 10 giorni, a controllare la febbre e l’insorgere di altri sintomi.
Contatto a rischio e poi sintomi, che fare?
Come spiega Arianna Di Cori per Repubblica, nel caso che, dopo un contatto a rischio, insorgano sintomi, si contatterà il proprio medico, che prescriverà un tampone. Se l’esito è negativo, si attende comunque la fine dei 10 giorni di isolamento preventivo (i giorni si contano dall’ultimo contatto con il caso positivo).
Se invece l’esito è positivo, si rimane in quarantena per almeno 7 giorni più 3 in assenza di sintomi. Al 3° giorno di assenza di sintomi si effettua un altro tampone. Se negativo la persone può essere considerata guarita, se positivo si prosegue con un nuovo tampone al 10° giorno senza sintomi.
E se sono Covid-positivo ma asintomatico? I Covid-positivi asintomatici saranno tenuti a una quarantena di 10 giorni, poi eseguiranno un tampone. Solo se positivo, rimarranno ancora in quarantena. (Fonte La Repubblica).