Coronavirus, Crisanti: "Serve un piano nazionale per quadruplicare i tamponi" Coronavirus, Crisanti: "Serve un piano nazionale per quadruplicare i tamponi"

Coronavirus, Crisanti: “Serve un piano nazionale per quadruplicare i tamponi”

Il virologo Crisanti: “Contro il coronavirus serve un piano nazionale per quadruplicare i tamponi”

Serve “un piano nazionale di sorveglianza per quadruplicare i tamponi” contro il coronavirus: è la richiesta di Andrea Crisanti, direttore di Microbiologia e virologia all’Università di Padova. 

In una intervista al Fatto Quotidiano, il virologo artefice del contenimento del coronavirus in Veneto all’inizio della pandemia dice: “Questa attività strategica per il nostro Paese non può essere lasciata in balìa delle diverse impostazioni delle Regioni”.

La sfida, secondo Crisanti, “è creare sistema di sorveglianza attiva capillare e omogenea su tutto il territorio. Questo ci permetterà di tornare a lavorare, a votare, ad andare a scuola”.

La quantità di tamponi da effettuare

Per questo “dobbiamo portare la nostra capacità giornaliera di effettuare tamponi dai 70 mila attuali a circa 250-300 mila tamponi al giorno”.

Ci sono “30 giorni per far sì che le lezioni riprendano in sicurezza e 60 per evitare che questo inizio di scuola si risolva in un drammatico fallimento”, sostiene Crisanti. 

Per convivere con il virus “dobbiamo prepararci ad affrontare una situazione in cui coesistono un’alta trasmissione e intensi scambi sociali senza che questo porti al collasso del sistema sanitario”.

Per questo “serve un massiccio investimento in attrezzature, in logistica e in personale e una presenza omogenea in tutte le regioni italiane”.

“Il virus non è mutato”

Nonostante l’aumento dei casi, gli ospedali non sono pieni di pazienti gravi ma il virus “non è mutato e la malattia non è cambiata. Oggi siamo di fronte a soggetti giovani che trasmettono l’infezione ma si ammalano in maniera molto lieve e quindi sfuggono all’osservazione del sistema sanitario. È proprio quello che è successo nella prima parte dell’epidemia”. Allora “non eravamo in grado di intercettarli” mentre ora “li troviamo con i tamponi”.

L’aumento dei contagi in vacanza “è anche dovuto alla frammentazione delle strategie delle Regioni, ogni governatore fa da par suo badando a equilibri e convenienze locali. Ma se una Regione sbaglia, l’errore si ripercuote su tutto il Paese”. (Fonti: Ansa, Il Fatto Quotidiano)

Gestione cookie