L'annuncio di Galli: isolata sequenza di coronavirus nuova a Padova L'annuncio di Galli: isolata sequenza di coronavirus nuova a Padova

Coronavirus, Galli: “Isolata a Padova una sequenza misteriosa non legata al ceppo tedesco”

Una sequenza del coronavirus non legata al ceppo tedesco ma che “somiglia vagamente a quella dei due coniugi cinesi curati allo Spallanzani” di Roma è stata isolata a Padova.

Lo ha reso noto Massimo Galli, infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano, intervenendo a Cartabianca n collegamento con il governatore del Veneto, Luca Zaia. La scoperta è stata fatta nell’ambito di una ricerca italiana su 59 sequenze. 

“E’ una roba – ha aggiunto Galli – che non sappiamo da dove sia arrivata, e non sappiamo nemmeno se si sia diffusa. Può essere arrivata da un contesto in cui l’infezione non era particolarmente marcata. Sarà un caso, però è la prima volta che abbiamo trovato qualcosa che non sia parente di quel virus che noi riteniamo ci sia arrivato a fine gennaio dalla Germania”.

La sequenza del coronavirus isolata a Padova

Galli ha aggiunto che la sequenza isolata a Padova riguarda “un signore assolutamente veneto per nome, cognome e storia personale” e che “somiglia vagamente a quella dei due famosi coniugi cinesi curati allo Spallanzani”.

Zaia ha chiesto ulteriori spiegazioni: “Sapevo della notizia di questa sequenziazione, si riferisce al virus sequenziato allo Zooprofilattico (Istituto Zooprofilattico delle Venezie, ndr) o è un altro paziente?”.

“È un paziente del Policlinico di Padova, delle malattie infettive – ha replicato Galli -. È una cosa che confronterei volentieri con lo Zooprofilattico e i colleghi veneti”. 

La attenuazione della epidemia

Quindi Galli ha commentato le voci su un attenuamento della epidemia. “Il peggio è passato? Mi auguro sia così. Quello che abbiamo vissuto, il frutto di una disseminazione libera del virus per circa un mese, non lo dovremmo più rivivere. Il grande sacrificio e il grande danno per l’economia ha avuto come contraltare lo stop all’epidemia”, ha detto il direttore di Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, ospite di Cartabianca.

“Nella comunità scientifica ci sono posizioni che non possono essere lasciate passare. Magari sono in perfetta buona fede, ma sono basate su opinioni e non su dati consolidati. Sono oggettivamente pericolose”, evidenzia Galli.

“Se si afferma che il virus si è rabbonito, si giustifica la rabbia di chi è stato rovinato dalla chiusura e dall’imposizione di tante regole e si giustifica la nonchalance della componente giovane della popolazione che si sente autorizzata a fare qualsiasi cosa. I fatti dimostrano che continuiamo ad avere focolai in giro, fortunatamente li riconosciamo e li blocchiamo. Ma se guardiamo cosa sta succedendo a Barcellona… Vogliamo richiudere un’altra volta?”, si chiede. (Fonti: Cartabianca, Ansa, AdnKronos)

 

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