Coronavirus, studio sui lavoratori Atm: positivo il 7,7%, ma molti senza sintomi

Quasi otto lavoratori su cento di Atm, la Azienda dei Trasporti di Milano, sono risultati positivi al coronavirus. Il dato arriva dall’Università Statale di Milano. 

Durante la prima fase della pandemia, dice lo studio, l’infezione da coronavirus ha interessato il 7,7% dei lavoratori Atm che si sono sottoposti a test.

Lo studio sui lavoratori Atm

Lo studio, coordinato dalla Clinica delle Malattie Infettive del dipartimento di Scienze Biomediche e Cliniche Luigi Sacco dell’Università degli Studi di Milano in collaborazione con ATM, l’ambulatorio Resnati dell’Ospedale San Raffaele e il Comune di Milano, ha visto la partecipazione di 1.852 lavoratori.

L’età dei partecipanti, prevalentemente conducenti dei mezzi di superficie rimasti in attività durante l’intera prima fase epidemica, era tra i 36 e i 51 anni.

I casi positivi per IgG anti SARS-CoV-2 al test immunocromatografico sono stati 142. Delle 100 partecipanti di sesso femminile ne sono risultate positive 9.

Nei partecipanti al di sotto dei 45 anni la percentuale di positivi (5,7%) è risultata inferiore a quella riscontrata in quelli con più di 45 anni (9,8%). Questa differenza è risultata statisticamente significativa.

È poi importante sottolineare come il 35,2% dei partecipanti allo studio che sono risultati positivi agli anticorpi non ha riferito alcun sintomo nei mesi precedenti al test.

Dei 374 lavoratori sottoposti a tampone naso-faringeo per la ricerca del genoma virale, solo 4 (1.07%) sono risultati positivi, e quindi ancora portatori di un’infezione attiva.

Il professor Galli: “Molti i contagiati da coronavirus senza sintomi”

“La prevalenza riscontrata è simile a quella osservata nei donatori di sangue di un grande ospedale milanese prelevati tra il 30 marzo e i 7 aprile. Riflette probabilmente quanto accaduto nell’area metropolitana di Milano durante la fase di maggior impatto dell’epidemia”, ha spiegato il professor Massimo Galli, coordinatore dello studio.

“La percentuale di persone che si sono infettate senza manifestare sintomi risulta elevata. Lo stesso avevamo già riscontrato in alcuni Comuni lombardi, dove la percentuale di positivi agli anticorpi senza sintomi era oltre il 30%. Nonostante l’età di tutti i partecipanti fosse tra i 36 e i 51 anni, i lavoratori sotto i 45 anni si sono infettati meno. Questo dato depone per un incremento della suscettibilità all’infezione in relazione all’età. Il limitato numero di tamponi risultati positivi suggerisce che a maggio, quando lo studio ha avuto inizio, l’epidemia fosse già in declino”. (Fonte: Università degli Studi di Milano)

 

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