Coronavirus, foto Ansa Coronavirus, foto Ansa

Coronavirus, la mascherina riduce il contagio del 77%. E potrebbe “immunizzare” quasi come un vaccino

Usare la mascherina riduce del 77% il contagio da coronavirus, e si ipotizza possa anche provocare una sorta di immunizzazione come un vaccino

Utilizzare la mascherina riduce del 77% il contagio da coronavirus. Non solo: indossarla potrebbe anche provocare una sorta di immunizzazione contro il Covid-19, quasi come un vaccino. 

La prima evidenza emerge da uno studio della Mahidol University di Bangkok e dell’università di Oxford presentato alla conferenza Escmid della Società Europea di Microbiologia. Ad accostare l’utilità della mascherina a quella di un vaccino è invece Monica Gandhi, infettivologa della University of California di San Francisco.

Secondo lo studio della Mahidol University di Bangkok e dell’università di Oxford l’uso della mascherina ridurrebbe del 77% il contagio quando si è a contatto con un positivo. Il metro di distanza lo ridurrebbe dell’85%, il lavaggio frequente delle mani lo ridurrebbe del 66%. 

Lo studio sulla riduzione del contagio 

La ricerca è stata condotta su 211 casi confermati, tutti asintomatici, e 839 controlli che invece non hanno avuto una diagnosi di Covid-19, trovati grazie al contact tracing. 

“Questo risultato – scrivono gli autori – sono coerenti con le indicazioni di indossare la mascherina, lavarsi le mani e praticare il distanziamento per proteggersi dall’infezione”.

La mascherina “come un vaccino”

A sottolineare l’utilità della mascherina anche Monica Gandhi, infettivologa della University of California di San Francisco.

Al New England Journal of Medicine ha spiegato: “Puoi avere il virus ma essere asintomatico, quindi con le mascherine puoi aumentare il tasso di infezioni asintomatiche. E magari questo potrebbe diventare un modo per inoculare in maniera sicura il virus nella popolazione”.

Ma sarà difficile testare l’efficacia di questo ipotetico metodo che si rifà alla pratica ormai obsoleta della vaiolizzazione (tecnica contro il vaiolo che consisteva nell’inoculare pus proveniente da un malato), ovvero inoculare piccole dosi di un virus per scatenare una reazione immunitaria ‘sicura’.

Per ora alcuni studi su animali hanno dimostrato che inoculare piccole dosi di coronavirus provoca una malattia blanda, non grave, spiega Gandhi. Inoltre alcune evidenze epidemiologiche (ad esempio nei focolai creatisi sulle navi da crociera o in altri luoghi affollati ma in cui tutti indossavano le mascherine) mostrano che l’uso della mascherina in presenza di soggetti positivi al virus può favorire dei focolai prevalentemente asintomatici.

Ma questo non dà certezza che l’infezione asintomatica si accompagni a sviluppo di immunità. Quindi non si tratta di un dato abbastanza forte per confermare questa rudimentale pratica di immunizzazione. (Fonte: Ansa)

 

Gestione cookie