Coronavirus più morti (475) ma velocità contagio non aumenta (2648 nuovi casi). Da soli, il peggior morire

ROMA – Coronavirus più morti in Italia in un solo giorno di quanti ci siano stati di defunti in un sol giorno dell’epidemia in Cina: ben 475. Venti morti all’ora, un martellare a morte del tempo che riduce persone che se ne vanno a numeri che crescono. Venti morti all’ora è quanto la signora con la falce sta raccogliendo e mietendo tra gli italiani, la gente di Lombardia soprattutto. Venti morti all’ora è la velocità della morte da coronavirus contratto una settimana, dieci giorni fa.

La velocità del contagio contratto nell’ultima settimana-dieci giorni non aumenta, e questa è una mezza buona notizia. Sequenza di quattro giorni, gli ultimi quattro giorni di contagio: 2.853, poi 2.470, poi 2.989 e ieri 2.648. Una linea alta ma sostanzialmente piatta. Poteva andare peggio. Per ora crescita dei contagi ma nessun grande focolaio al Centro e al Sud del paese. Per ora resiste la trincea di Milano città, la battaglia di Milano contro coronavirus (nonostante la inconsapevole e incosciente diserzione di chi se ne va fuori casa senza motivo) per ora non è perduta.

Ma 475 morti sono un’enormità. Cui si aggiunge la infinita crudeltà imposta da coronavirus: chi muore è costretto a morire nella maniera peggiore. Non solo letteralmente senza aria, senza respiro. Peggio, chi muore di coronavirus muore da solo: nessuno può tenergli la mano, gli unici occhi che vede nelle ultime ore e ultimi giorni non sono quelli dei familiari, sono quelli velati da occhiali protettivi di chi lo assiste. Morire da soli è il peggior morire.

Muoiono i più fragili, i più deboli, il che non sempre coincide con i più vecchi. Solo lo 0,8 per cento dei morti non aveva nessuna patologia oltre al coronavirus. La metà dei morti aveva tre patologie, 25% due patologie, l’altro 25% una patologia. L’età avanzata comporta spesso patologie ma l’età giovane e adulta non è immune da patologie. E dalle cartelle cliniche appare come malattie e patologie cardiovascolari siano quelle che più frequentemente si sposano con coronavirus per determinare esito mortale.

Venti morti all’ora, i più in Lombardia. Il Governatore della Lombardia ha detto: “Vedo gente che non respira e gente che corre all’aria aperta…”. Chi trasgredisce la quarantena (uscendo di casa con positività acclarata o dopo aver avuto contatti con positivi) sarà giustamente ritenuto colpevole di procurata epidemia. Chi ha sintomi (febbre e tosse) viene implorato di stare a casa anche se non ha diagnosi di positività.

Spesso in tv e nelle private conversazioni si sente chiedere e ci si chiede perché così tanti morti in Italia, come e peggio che in Cina. E ci si dice, giustamente, che il perché, una parte del perché sta nel fatto che ci sono percentualmente in Italia più anziani (gravati da patologie) di quanti ce ne siano in Cina. Vero. Non c’è dubbio. Qualcuno comincia ad avanzare l’ipotesi che inquinamento atmosferico, le note polveri sottili siano usate da coronavirus come taxi per raggiungere le vie respiratorie e quindi la atmosfericamente inquinatissima Val Padana…Chissà, e allora Pechino? Qualcuno insinua, dicendo e mormorando il falso, un falso offensivo per medici e infermieri, che in Italia qualcuno venga lasciato morire perché non c’è posto in terapia intensiva. Falso, finora non è mai successo.

Ma certamente un po’ del perché tanti morti in Italia da coronavirus sta nell’ostinazione , incredibilmente anche e soprattutto degli anziani, nell’uscire di casa trovando e cercando auto giustificazioni prima ancora che auto certificazioni.

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