Coronavirus muta? In Cina nuovo focolaio a Shulan: sintomi diversi e periodo di incubazione più lungo Coronavirus muta? In Cina nuovo focolaio a Shulan: sintomi diversi e periodo di incubazione più lungo

Coronavirus muta? In Cina nuovo focolaio a Shulan: sintomi diversi e periodo di incubazione più lungo

MILANO  –  Mentre in Italia il coronavirus sembra mutare ‘in senso positivo’, con minori ricoveri e minori malati all’ultimo stadio (come evidenziato da diversi virologi), in Cina la presunta mutazione del Sars-Cov-2 si starebbe mostrando in un nuovo focolaio, ben lontano da quello di Wuhan che ha portato la pandemia nel mondo. 

Nella città di Shulan, nord-est della Repubblica Popolare Cinese, quasi al confine con la Russia, il governo ha messo un coprifuoco come quello stabilito proprio a Wuhan ormai cinque mesi fa. 

Qui, riferisce Bloomberg, i medici stanno osservando una manifestazione del coronavirus molto diversa da quella osservata a Wuhan, cosa che suggerirebbe una mutazione del virus. 

In particolare sembra che il periodo di incubazione si sia allungato, complicando così le cose dal momento che chi è malato non lo sa per più tempo e ha di conseguenza più tempo anche per contagiare altri. 

Questo maggior periodo di incubazione è stato osservato dal dottor Qui Haibo nei pazienti delle province di Jilin e Heilongjiang.

I medici e gli scienziati ancora non hanno ben chiaro se queste differenze con il coronavirus di Wuhan possano essere dovute anche al fatto che i pazienti vengono monitorati ben prima di quanto accadeva qualche mese fa, e questo per una più approfondita conoscenza del decorso della malattia sin dai primissimi stadi. 

A Wuhan, come del resto in tutto il mondo, all’esplodere della pandemia i malati erano talmente tanti che non tutti i casi, in particolare non quelli meno gravi, hanno potuto essere presi in carico dalle strutture sanitarie, come ben sappiamo in Italia. 

Tra le maggiori differenze osservate nel nuovo focolaio orientale il dottor Qui ha parlato di danni concentrati ai polmoni e non estesi ad altri organi come cuore, reni e intestino che si sono osservati tra i malati del primo focolaio. 

Anche i sintomi sembrerebbero differenti: spesso i pazienti non hanno la febbre, ma solo un forte affaticamento e mal di fola. 

Secondo quanto riferisce Bloomberg, le autorità cinesi credono che il nuovo focolaio possa essere dovuto a contatti con persone infette arrivate dalla Russia, Paese tra i più duramente colpiti dalla pandemia. 

Se le percentuali di casi gravi sembrerebbero al momento più basse rispetto a Wuhan, il nuovo focolaio ha portato al lockdown di 100 milioni di persone, con le conseguenze economiche, sociali e di salute mentale che ormai, purtroppo, stiamo iniziando a conoscere in prima persona anche in Italia. (Fonti: Bloomberg, Caixin, Ansa, AndKronos)

 

 

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