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Coronavirus, neonati protetti: mamme guarite trasmettono anticorpi al feto

Le donne incinte positive al Covid possono trasmettere gli anticorpi al feto attraverso la placenta e il cordone ombelicale.

E’ quanto emerge da un nuovo studio, pubblicato su Jama Paediatrics, di un team di ricerca americano guidato da medici e scienziati della Divisione di Neonatologia dell’Ospedale pediatrico di Filadelfia.

Il team di ricerca ha collaborato con i colleghi di vari dipartimenti della Scuola di Medicina “Perelman” dell’Università Statale della Pennsylvania.

I risultati sono un buon segnale per i futuri genitori preoccupati, ma i ricercatori affermano di non essere in grado di affermare con certezza che il neonato di una madre infetta sia “assolutamente protetto” dal Covid-19 perché la scienza è ancora in evoluzione.

Coronavirus, neonati protetti: mamme trasmettono anticorpi al feto

Lo studio ha individuato gli anticorpi nei campioni di sangue della madre e nel sangue del cordone ombelicale immediatamente dopo il parto.

Delle 1.471 donne esaminato nello studio, che si è svolto tra il 9 aprile e l’8 agosto del 2020, 83 sono risultate positive al Covid-19 e gli anticorpi sono stati trovati nel sangue del cordone ombelicale di 72 (87%) dei loro bambini.

Undici dei bambini nati da madri positive agli anticorpi per il Ssrd-Cov-2 erano dunque negativi.

In 5 (il 45%) erano nati da madri con i soli anticorpi IgM, mentre in 6 erano nati da madri con concentrazioni di IgG sensibilmente inferiori rispetto a quelle rilevate nelle altre mamme.

I ricercatori hanno inoltre scoperto che il bambino ereditava più anticorpi se la madre aveva un numero elevato di anticorpi.

Una madre con solo un piccolo numero di cellule immunitarie ne trasmettevano invece meno al suo bambino.

Karen Puopolo, autore di riferimento, ha dichiarato: “Questa scoperta deve essere inserita nel contesto che SARS-CoV-2 è un nuovo virus.

“Pertanto, il tempo tra l’esposizione al virus materno e il parto del neonato nel nostro studio non è mai stato più lungo di tre o quattro mesi e nella maggior parte dei casi è stato anche più breve.

“Ma deve esserci tempo sufficiente tra l’infezione materna e il parto affinché la madre produca il tipo di anticorpi che attraversano la placenta e avvenga l’incrocio.

“Abbiamo scoperto che se il tempo tra l’esposizione al virus materno e il parto era di almeno due o tre settimane, nel neonato si individuavano gli anticorpi.

“Dobbiamo ancora lavorare per determinare quali livelli e tipi di anticorpi proteggono i neonati dall’infezione da SARS-CoV-2 e per quanto tempo questi anticorpi possono essere presenti nella circolazione neonatale”.

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