Coronavirus, Oms: "Il caldo e la vita all’aria aperta potrebbero limitare il contagio" Coronavirus, Oms: "Il caldo e la vita all’aria aperta potrebbero limitare il contagio"

Coronavirus, Oms: “Il caldo e la vita all’aria aperta potrebbero limitare il contagio”

ROMA – “E’ necessaria anche nella fase 2 grande attenzione e molta prudenza perché il virus è ancora tra di noi.

Soprattutto ai focolai epidemici in circostanze particolari, penso alle persone a rischio come gli anziani o a chi ha più patologie.

Occorre tutelare questi soggetti con un monitoraggio stretto del tasso di contagi e una sorveglianza particolare“.

Lo ha affermato Sylvie Briand, direttore del dipartimento per la gestione dei rischi infettivi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), ospite di RaiNews24.

Il caldo e la vita all’aria aperta potrebbero limitare il contagio“.

In riferimento al caldo, ieri il virologo Guido Silvestri, docente alla Emory University di Atlanta, aveva spiegato sulla sua pagina Facebook che l’aumento delle temperature dovrebbe essere un valido aiuto nella lotta per contrastare il coronavirus, smentendo molti luoghi comuni.

“Ancora sul virus a cui “piace freddo”.  

Scrive un lettore, con l’ironia un po’ arrogante di chi conosce abbastanza un argomento da pensare di aver ragione, ma non abbastanza da rendersi conto che sta dicendo una sciocchezza:

“Questo virus opera dentro il corpo umano che è di media 37° e non si fa nessun problema quando subentra la febbre che la porta a valori più alti (altrimenti guariremmo semplicemente di febbre), sarà anche vero che non sopporta i 60° (per dire un numero) peccato che noi a 60° stiamo ben peggio di lui.”

Allora ripeto per l’ennesima volta. 

Quando si dice “a questo virus non piace il caldo” non ci riferisce alla temperatura a cui il virus stesso viene disattivato dal calore, ma alle temperature che rendono instabili le goccioline di fomiti (saliva, starnuti, tosse etc) che trasportano il virus nell’ambiente.

Questo meccanismo è noto ai virologi da decenni, e spiega perché tutte le infezioni virali respiratorie sono altamente stagionali con chiarissima predilezione per l’inverno.

Onestamente pensavo che fosse un concetto ovvio, di quelli che ogni studenti principiante di microbiologia impara nel primo mese di lezione, ma vedo che è bene spiegarlo di nuovo”. (fonte ADNKRONOS)

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