ROMA – L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha dichiarato il coronavirus “emergenza sanitaria globale”. Lo ha reso noto il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus. I casi di contagio accertati sono 7834, di cui 7736 in Cina (circa il 99%) e 170 persone sono morte, tutte in Cina, dove 1.370 pazienti sono in gravi condizioni.
“Ora ci sono 98 casi di contagio da coronavirus in 18 Paesi fuori dalla Cina, tra cui 8 casi di trasmissione da uomo a uomo in quattro Paesi: Germania, Giappone, Vietnam e Stati Uniti, ha spiegato il direttore generale dell’Oms al termine della riunione del comitato di emergenza sull’epidemia partita da Wuhan. “Non sappiamo – ha continuato – che tipo di danno questo virus potrebbe fare se si diffondesse in un Paese con un sistema sanitario piu’ debole. Dobbiamo agire ora per aiutare i paesi a prepararsi a questa possibilità”.
I governi stranieri organizzano il rientro dei connazionali dalla Cina e il presidente, Xi Jinping, serra i ranghi per assicurare una pronta risposta all’emergenza. I contagi accertati sono più di 7.800; in Cina sono 7.711 e 1.370 malati sono in gravi condizioni. Negli Usa si è registrato il primo contagio da uomo a uomo: si è ammalato a Chicago un uomo che non è stato in Cina, il marito della donna che aveva contratto il virus a Wuhan, la città da cui si è diffusa l’epidemia.
Si allunga la lista delle compagnie aeree che hanno sospeso i viaggi aerei per la Cina, mentre Israele ha bloccato anche i voli in arrivo. La Russia ha annunciato che chiuderà la frontiera terrestre con la Cina. Tempi tecnici, autorizzazioni, rigidi vincoli sanitari e le lunghe distanze non consentono di avere ancora dei tempi certi per il rientro dei cittadini stranieri. I governi di Usa, Singapore e Giappone sono finora riusciti a portare a casa i loro connazionali. L’aereo militare che riporterà indietro gli italiani partirà da Roma nella giornata di sabato. Se tutto verrà confermato, i connazionali giungerebbero a Roma domenica, considerati i tempi tempi tecnici per organizzare il rientro, la messa a punto delle complesse questioni logistiche. Se il volo dall’Italia dovesse partire sabato in serata, il rientro slitterebbe a lunedì. Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, si collegherà domani in teleconferenza per un aggiornamento con l’ambasciata d’Italia a Pechino dall’Unità di Crisi della Farnesina.
I francesi rimpatriati arriveranno domattina e saranno messi in quarantena in un villaggio-vacanze vicino Marsiglia, mentre le autorità hanno accertato il sesto caso di contagio. Londra ha annunciato il via libera alla partenza di 200 britannici e un volo da Whuan dovrebbe partire nella serata italiana.
Intanto una nota della Commissione Centrale per l’Ispezione e la Disciplina, l’organo del Partito Comunista Cinese che sanziona e punisce i funzionari corrotti, ha richiamato tutti a una “rigida disciplina”, avvertendo che verrà punito chi non metterà in pratica efficacemente le istruzioni impartite dal presidente Xi e chi si macchierà di appropriazione indebita di fondi e di materiale sanitario. Stessa sorte per le organizzazioni che diffondono fake news o che si dedicano ad altre attività illegali.
A fare le spese della stretta a livello centrale è stato il direttore della Commissione per la Sanità della città di Huanggang (la seconda città messa sotto cordone sanitario dipo Whuan) licenziato. Per correre ai ripari davanti al rischio di forti ricadute anche sul piano economico (si parla di un rallentamento anche la di sotto del 5% di crescita nei primo trimestre) Pechino mette mano al portafogli e ha destinato 27,3 miliardi di yuan (3,57 miliardi di euro) alla lotta all’epidemia. (fonte AGI)