ROMA – Coronavirus, passeggiata e corsetta libere con bimbo. Un messaggio lanciato dal Viminale e dal governo agli italiani ogni giorno invitati da un mese a non uscire di casa. Un messaggio che molti, dal lombardo Gallera al campano De Luca, hanno giudicato con due aggettivi: “folle” e “irresponsabile”.
Messaggio quello del Ministero degli Interni e del governo. Nonm si può dire ordinanza, non lo era e non lo è. Messaggio per…far contenti. Messaggio di cui non c’era alcun bisogno, se non quello di dare rappresentanza e soddisfazione a istanze e petizioni irrazionali e ottuse.
Non è mai stato vietato fare due passi con i bambini intorno casa. Mai, in nessun Decreto od Ordinanza. Si può fare e si fa da un mese. Quindi, se la preoccupazione che ha mosso e generato il messaggio era “l’aria per i bambini”, del messaggio non c’era bisogno. Ma la preoccupazione era altra, tipicamente italica nell’accezione peggiore del termine. Eccola la preoccupazione: ci sono comitati di mamme che chiedono, parlamentari che premono, giornali e tv che titolano…
I comitati di genitori nulla sanno di epidemie? I comitati dei genitori si comportano come se il governo dovesse e potesse autorizzare coronavirus a non intromettersi nelle passeggiate e corsette? Non importa, si dia qualcosa a chi sottoscrive petizioni e raccoglie firme, secondo la regola per cui se qualcuno alza la voce qualcosa deve ottenere.
E quindi la richiesta di quello che già c’era, la possibilità di fare, con buon senso e con prudenza, due passi con i bambini ha ottenuto un altro, pesante e umiliante, pasticcio comunicativo. Prima comunicazione della sera di martedì: si può uscire di casa con i minori, un genitore per volta. Per fare “attività motoria”. La corsa è attività motoria? Prima sì, poi no, poi ancora sì. Seconda comunicazione: si può uscire di casa con i bambini ma i bambini (e gli adulti) non possono fare sport in strada. E così via, tentando di normare quello che normabile non è: si sta in casa, si deve stare in casa, non perché l’ha detto il governo o il sindaco, ma perché l’ha detto il dottore.
Questa che non l’ha detto il governo ma il dottore non entra nella testa di molti, ancora troppi cittadini. Non solo quelli che se ne fregano, e non son pochi. Non solo quelli che si vantano di “fregare il governo” andandosene in giro. Anche quelli che proprio non capiscono, non vogliono capire. Le istanze di riaperture, di passeggiate e affini andrebbero rivolte a coronavirus, non al governo.
Ed ecco perché il messaggio di passeggiata e corsetta libera con bimbo, aggiungendo tra parentesi intorno al palazzo, è sbagliato e pericoloso. Già si osserva che ogni giorno che passa, per così dire molecolarmente la gente si abitua, si adatta e una quota della gente si…allarga. Ogni giorno che passa in larga parte d’Italia (quella meno direttamente colpita, quella che non vede i morti in strada) il rispetto dello stare a casa resta sì in piedi ma per così dire si rilassa. Solo a sera/notte con davvero tutto chiuso son tutti in casa. Di giorno molti son fuori, tanti per lavoro, altri (spariamo un 10 per cento della popolazione?) perché gli va.
Ogni giorno lo stare a casa si rilassa un po’ e di sabato e domenica si rilassa un po’ di più. Annunciare la passeggiata e corsette libere con bimbo è lanciare messaggio che rilassamento è giusta e buona cosa e che allentare, allargare…è giunto il tempo.
Non è così, non è giunto il tempo. Dal punto di vista dell’epidemia il tempo è quello di un rigido restare a casa per un altro mese abbondante. La “boccata d’aria” invocata e ottenuta se è davvero boccata d’aria intorno casa c’era anche prima e non c’era bisogno di invocarla. Sarà invece interpretata, e c’è da temere praticata, come un si comincia ad uscire di casa. E sarà quindi un allargarsi fuori casa aprendo una porticina al contagio, una concessione strappata ad istituzioni deboli, un piccolo favore a coronavirus.