Coronavirus, lo studio sui pazienti cinesi dello Spallanzani mostra i gravi danni ai polmoni

Coronavirus pazienti cinesi: studio Spallanzani gravi danni polmonari
Coronavirus pazienti cinesi: lo studio di medici dello Spallanzani mostra i gravi danni polmonari del covid-19 (Foto archivio ANSA)

ROMA – I due pazienti cinesi ricoverati all’ospedale Spallanzani di Roma per il coronavirus hanno mostrato gravi danni polmonari durante la fase acuta della malattia. I medici della struttura hanno eseguito radiografie e tac polmonari dei due pazienti, marito e moglie di 67 e 65 anni, scoprendo che il virus covid-19 ha provocato una sindrome da distress respiratorio acuto.

Lo studio condotto da Fabrizio Albarello del National Institute for Infectious Diseases Lazzaro Spallanzani è stato pubblicato sulla rivista International Journal of Infectious Disease. I medici coordinati da Albarello hanno studiato nel dettaglio le imaging come radiografie e tac dei due pazienti cinesi che erano arrivati a Roma da Wuhan, in Cina, dove l’epidemia è partita.

In entrambi i pazienti i medici hanno notato i segni di opacità polmonare bilaterale, che sono poi degenerati in una sindrome a distress respiratorio dell’adulto (ARDS). I risultati pubblicato nello studio hanno mostrato come la progressione della malattia nei polmoni sia passata da modesta a severa, lasciando delle lesioni.

I due pazienti cinesi erano in salute prima di contrarre il virus, come si sottolinea nello studio, ma a partire dal quarto giorno di ricovero entrambi hanno sviluppato la severa insufficienza respiratoria. Al sesto giorno, il paziente maschio ha avuto bisogno della ventilazione assistita in terapia intensiva, mentre la moglie è stata intubata al settimo giorno dal ricovero.

I medici hanno sottolineato come l’analisi delle immagini polmonari dei due pazienti suggerisce che a differenza di altre infezioni gravi causate da coronavirus come quelli responsabili di Sars e Mers, il covid-19 ha un modello di coinvolgimento polmonare diverso. Lo studio ha il limite di essere stato condotto solo su due pazienti, ma l’analisi di altri casi potrebbe portare a identificare il tipo di lesioni provocate dalla malattia. 

(Fonte International Journal of Infectious Disease)

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