Coronavirus, chi ha avuto un comune raffreddore prima è più protetto? Coronavirus, chi ha avuto un comune raffreddore prima è più protetto?

Coronavirus, chi ha avuto un comune raffreddore prima è più protetto?

LOS ANGELES – Avere un normale raffreddore può essere d’aiuto a contrastare il coronavirus, il che alimenta la speranza che alcune persone possano essere protette dal contagio.

Gli scienziati del La Jolla Institute for Immunology in California, hanno scoperto delle cellule in grado di attaccare il Covid-19 nel flusso sanguigno di persone che non avevano mai avuto raffreddori comuni ma quelli causati da altri ceppi di coronavirus.

Il che, secondo i ricercatori, spiegherebbe perché alcuni, rispetto ad altri, siano colpiti più gravemente dal virus.

Ma avvertono che i risultati devono ancora essere comprovati al di fuori del laboratorio.

Lo studio, pubblicato sulla rivista Cell, ha esaminato le cellule immunitarie – note come cellule T – che differiscono dalle cellule B che producono anticorpi.

Invece di agganciarsi al virus, le cellule T assicurano un’altra linea offensiva prendendo di mira altre cellule infette.

Analogamente agli anticorpi, vengono prodotte in risposta a un’infezione e in seguito rimangono stabilmente.

Dan Davis, professore di immunologia all’University of Manchester, ha detto al Times: “Quando una cellula viene infettata da un coronavirus, le molecole proteiche del virus vengono sminuzzate”.

“E quei piccoli pezzi si attaccano sulla superficie della cellula”.

“Quando le cellule T notano queste molecole mai presenti nel corpo, prima che si moltiplichino reagiscono alle cellule infette”.

I ricercatori hanno analizzato il sangue di pazienti guariti dal coronavirus.

Hanno scoperto che le cellule T che avevano già avuto nel sangue rispondevano al nuovo virus.

Il che indica che l’esposizione ad altri coronavirus – come il raffreddore o l’influenza comuni – avevano in qualche modo innescato le cellule T così da riconoscere e attaccare il Covid-19.

Il team ritiene che ciò potrebbe impedire il contagio o sviluppare complicazioni gravi.

Hanno quindi esaminato il sangue congelato nel 2018 per scoprire se le cellule T fossero presenti senza il Covid-19.

Alessandro Sette, coautore dello studio, ha spiegato: “Abbiamo scoperto che in circa la metà delle persone c’era stata attività contro Sars-CoV2”.

È una notizia promettente per gli sviluppatori di vaccini poiché è “coerente con l’immunità normale, giusta e antivirale”, secondo Shane Crotty, del Center for Infectious Disease and Vaccine Research presso LJI.

Crotty ha spiegato:”I tipi di risposte immunitarie cui puntano molti potenziali vaccini mostrano che sono quelli osservati nei casi Covid-19 in cui i pazienti si sono ripresi con successo”. (Fonte: The Sun).

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