Coronavirus può restare in saliva e feci dei pazienti guariti fino a 40 giorni dopo il tampone negativo

di redazione Blitz
Pubblicato il 31 Marzo 2020 - 14:30 OLTRE 6 MESI FA
Coronavirus può restare in saliva e feci dei pazienti guariti fino a 40 giorni dopo il tampone negativo

Coronavirus può restare in saliva e feci dei pazienti guariti fino a 40 giorni dopo il tampone negativo (Foto archivio Ansa)

ROMA  –  Il coronavirus potrebbe restare, almeno in alcuni casi, nella saliva e nelle feci dei pazienti guariti, anche quando il tampone per la diagnosi risulta negativo.

E’ quanto rivela una ricerca condotta presso l’ospedale di Pechino Ditan Hospital e la Capital Medical University e pubblicata pubblicata sugli Annals of Internal Medicine. 

Questo tipo di studi ha importanti implicazioni pratiche, perché potrebbe orientare verso misure di isolamento più durature anche quando il tampone (faringeo) effettuato su un paziente si è negativizzato. 

Gli esperti hanno analizzato campioni di saliva e feci di 133 pazienti ricoverati nell’ospedale cinese alla ricerca della presenza del virus, anche dopo che i pazienti sono risultati negativi al tampone diagnostico.

Per 22 dei pazienti coinvolti l’esame di feci e saliva è risultato positivo (virus presente) anche dopo 39 e 13 giorni rispettivamente dal tampone negativo.

Va detto comunque che lo studio andrà ripetuto su un campione più ampio di pazienti e soprattutto si dovrà indagare se i guariti con virus che permane in feci e saliva siano ancora contagiosi.

Un altro studio ha dimostrato che nella metà dei pazienti trattati con sintomi lievi di coronavirus il virus è presente nell’organismo (e quindi è potenzialmente contagioso) fino a 8 giorni dalla scomparsa dei sintomi. Pubblicato sull’American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine, lo studio è stato condotto da esperti del Treatment Center of PLA General Hospital a Pechino insieme a colleghi della Yale School of Medicine.

I risultati del lavoro potrebbero avere implicazioni per i tempi di isolamento dei pazienti positivi al virus: “Se hai manifestato una lieve sintomatologia respiratoria causata dal COVID-19 – scrive l’autore principale del lavoro Lixin Xie – estendi la tua quarantena per altre due settimane dalla scomparsa dei sintomi, per essere sicuro di non contagiare altre persone”.

Lo studio è stato condotto su 16 pazienti di età media 35 anni che avevano manifestato lieve sintomatologia respiratoria (febbre, tosse, faringite) ed erano risultati positivi al tampone. È emerso che tutti i pazienti hanno avuto un tempo medio di incubazione della malattia di 5 giorni, hanno manifestato i sintomi dell’infezione per un tempo medio di 8 giorni, infine sono rimasti contagiosi per 1-8 giorni dalla scomparsa dei sintomi.

L’aspetto più importante dello studio è che per metà dei pazienti il virus continuava a diffondersi (il cosiddetto ‘shedding virale’, quando cioè il virus si libera in tantissime copie dalle cellule infettate e può essere espulso dal corpo, oppure diffondersi ad altri organi del paziente) ben 8 giorni dopo la scomparsa dei sintomi, anche quando l’esito del tampone è ormai diventato negativo.

“I pazienti con COVID-19 possono restare contagiosi anche dopo la scomparsa dei sintomi dell’infezione – conclude Xie – quindi bisogna trattare i pazienti divenuti asintomatici da poco con la stessa attenzione con cui si trattano i sintomatici”. (Fonte: Ansa)