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Coronavirus, scuole non sono focolai. In Puglia contagiato meno di uno studente su mille

Le scuole non sono focolai coronavirus, con meno di uno studente su mille contagiato in Puglia, ma le scuole sono state chiuse.

Coronavirus e focolai nelle scuole? Sono 417 contagi su un numero complessivo di 561 mila studenti in Puglia. E cioè poco meno di uno studente su mille contagiato. Numeri che però comunque hanno portato all’ordinanza con la quale il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ha ordinato la chiusura delle scuole.

Come riporta Gabriella de Matteis su Repubblica si tratta di numeri, secondo la task force sull’epidemia preoccupanti e non più gestibili. Sempre, secondo i dati illustrati dal governatore Emiliano gli operatori scolastici che hanno contratto il virus sono 151 con un rapporto delle 0,002 in proporzione al numero di dipendenti impiegati.

Gli insegnanti infatti in Puglia sono 58mila ai quali si devono aggiungere i 15mila dipendenti come personale per un numero complessivo di 73mila. Un indice di contagio che, secondo l’assessorato alla Sanità, non è però sostenibile in Puglia dove la curva dei contagi continua a crescere.

Lo studio di Nature sulle scuole

“I dati raccolti in tutto il mondo suggeriscono sempre più che le scuole non sono punti caldi per le infezioni da coronavirus”. E “quando si verificano focolai, per lo più provocano solo un piccolo numero di persone che si ammalano”. Ad affermarlo è un articolo pubblicato su Nature online, che sintetizza le evidenze fino ad oggi raccolte, sottolineando però che i bambini oltre i 12 anni, hanno maggiori probabilità rispetto a quelli molto piccoli di trasmettere il Sars-Cov-2.

Le scuole e gli asili nido sembrano fornire un ambiente ideale per la trasmissione del coronavirus, afferma Walter Haas, epidemiologo di malattie infettive. Tuttavia, a livello globale, le infezioni da Covid-19 sono ancora molto più basse tra i bambini che tra gli adulti e “sembrano piuttosto seguire la situazione che guidarla”.

I dati raccolti hanno dimostrato, si legge su Nature, che “anche nei luoghi in cui le infezioni della comunità sono in aumento. I focolai nelle scuole erano rari, in particolare quando venivano prese precauzioni per ridurre la trasmissione”.

Ad esempio, cita Nature, più di 65.000 scuole in Italia hanno riaperto a settembre, mentre i casi aumentavano in comunità. Ma solo 1.212 istituti avevano casi 4 settimane dopo e nel 93% dei casi, è stata segnalata solo un’infezione. Nello stato di Victoria, in Australia, dove a luglio si è verificata una seconda ondata, due terzi delle 1.635 infezioni nelle scuole erano limitate a un singolo caso e il 91% riguardava meno di 10 persone. La maggior parte dei 30 focolai scolastici confermati a giugno in Inghilterra riguardava la trasmissione tra i membri del personale e solo 2 da studente a studente. (Fonti Repubblica e Nature).

 

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