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Coronavirus, lo studio del San Raffaele sul farmaco Anakinra

ROMA – Un nuovo studio dell’ospedale San Raffaele di Milano – condotto dall’immunologo Giulio Cavalli, e coordinato da Lorenzo Dagna, primario dell’Unità di immunologia e reumatologia – mostra l’efficacia e la sicurezza del farmaco Anakinra.

Farmaco, secondo lo studio, capace di spegnere l’eccessiva risposta immunitaria causata dalle forme gravi di Covid-19.

I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Lancet Rheumatology.

La sperimentazione, su 29 pazienti ricoverati al San Raffaele in ventilazione non-invasiva e con quadri clinici ad alto rischio, è stata effettuata all’interno del maxi studio clinico osservazionale su Covid-19 coordinato dal professor Alberto Zangrillo, direttore della Unità di anestesia e rianimazione e dal professor Fabio Ciceri, vice direttore scientifico per la ricerca clinica.

Il farmaco agisce neutralizzando Interleuchina-1 (IL-1), una molecola infiammatoria prodotta dal sistema immunitario in risposta alle infezioni.

“Per bloccare la risposta infiammatoria eccessiva e dannosa scatenata dal coronavirus – spiega Giulio Cavalli – abbiamo utilizzato il farmaco a un dosaggio più elevato e con una somministrazione diversa rispetto all’abituale, endovenosa e non sottocutanea.

A 21 giorni dal trattamento, il 72% dei pazienti mostrava un netto miglioramento della funzione respiratoria e dell’infiammazione sistemica”.

Il gruppo di pazienti Covid-19 trattati con dosi elevate di Anakinra è stato confrontato retrospettivamente con un gruppo di controllo di 16 pazienti che, al contrario, aveva ricevuto solo la terapia standard.

La differenza è notevole: nel gruppo di controllo la funzione respiratoria è migliorata solo nel 50% dei pazienti e la mortalità è risultata essere quattro volte superiore.

“I risultati ottenuti – conclude Lorenzo Dagna – dovranno essere confermati da ulteriori studi, di dimensione maggiore, ma sono promettenti. Considerato inoltre che anakinra è un farmaco accessibile e immediatamente disponibile in Italia e in gran parte del mondo, quanto da noi descritto potrebbe avere un risvolto clinico immediato: una terapia off-label sicura per attenuare la tempesta infiammatoria scatenata dal nuovo coronavirus”.

Attualmente, purtroppo, non esistono ancora farmaci specifici per Cpvid-19 – viene ricordato dal San Raffaele -. Ecco perché le terapie sperimentali testate in questi mesi utilizzano farmaci in regime off-label, ovvero approvati ma indicati per altre patologie, o addirittura non ancora approvati e dunque somministrati a uso compassionevole. (Fonte: Ansa).

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