Coronavirus, verso un vaccino che protegga da tutte le varianti. Fauci: “Fate in fretta”

Gli scienziati stanno portando avanti la ricerca per sviluppare un vaccino in grado di proteggere da tutte le varianti del coronavirus. 

Secondo quanto riportato dal Washington Post, proprio mentre negli Usa si sta placando l’ondata invernale di Covid, i volontari sono pronti a sottoporsi a vaccini sperimentali di richiamo per contrastare la variante Omicron. 

Quando gli scienziati avranno la certezza che quei vaccini sono efficaci e sicuri, a quel punto Omicron farà parte del passato. 

Covid, verso un vaccino contro tutte le varianti

Al momento l’obbligo delle mascherine si sta allentando. Le persone iniziano a parlare di normalità.

Il divario mette in evidenza l’estenuante ricerca scientifica dell’ultimo anno e quella che ci attende. E sottolinea una domanda più pressante: inseguire l’ultima variante è una strategia praticabile? 

Anziché testare e potenzialmente implementare un nuovo vaccino in presenza di una nuova variante, cosa accadrebbe se un singolo vaccino potesse contrastare tutte le varianti di questo coronavirus e anche di quelli successivi?

Vaccini contro le varianti del Covid Beta, Delta, Omicron

Le aziende farmaceutiche hanno prodotto vaccini per combattere Beta, Delta e Omicron.

Nessuno di questi vaccini è stato ancora necessario, ma per molti scienziati si tratta di una strategia a breve termine, miope e insostenibile.

“Non è possibile avere un approccio whack-a-mole”, ha detto David R. Martinez, immunologo virale dell’University of North Carolina a Chapel Hill.

Il dizionario Zanichelli spiega che l’uso figurato di whack-a-mole, il cosiddetto “gioco della talpa”, si è diffuso negli ultimi decenni dello scorso secolo in ambito informatico per descrivere una situazione in cui non appena si risolveva temporaneamente un problema, un altro faceva capolino subito dopo.

E a questo proposito, Martinez ha aggiunto: “Questo approccio potrebbe andare avanti per sempre.”

Il vaccino originale ha retto molto bene, ma non c’è alcuna garanzia di come andrà contro la prossima variante. Scienziati come Martinez vogliono porre fine ai richiami.

Stanno studiando dei vaccini progettati per garantire un’ampia protezione, un muro immunitario che respingerà non solo le varianti di Sars-CoV-2 di cui siamo a conoscenza, ma anche quelle che potrebbero emergere successivamente.

“Il mondo ha bisogno di un vaccino a prova di varianti”

Il mondo, scrive il Post, ha bisogno di un vaccino a prova di varianti. Ancora meglio sarebbe un vaccino in grado di bloccare una futura pandemia, proteggendo da un coronavirus ancora sconosciuto che negli anni a venire farà il salto di specie.

Alcuni esperti si sono chiesti perché non esista già un rapido sviluppo di questi vaccini universali. Anthony S. Fauci, consigliere medico capo del presidente Usa Biden, sottolinea insieme all’urgenza la necessità di pazienza.

Per realizzare un vaccino ad ampia protezione e che duri a lungo, devono essere prima colmate delle lacune scientifiche.

Lo scorso autunno il National Institutes of Health ha assegnato 36 milioni di dollari a gruppi che tentano di rispondere a quesiti basilari.

“Non bisogna confondere la rapidità e la facilità con cui abbiamo sviluppato un vaccino contro il coronavirus Sars-CoV-2 con gli eccezionali ostacoli che si potrebbero incontrare nel tentativo di ottenere un vaccino universale”, ha affermato Fauci in un’intervista a The Washington Post.

“Ci sono molte scoperte scientifiche che vanno approfondite”.

Fauci: “Fate in fretta”

Ma gli scienziati affermano che in privato Fauci li sta esortando a fare in fretta.

“Mi preoccupo di rincorrere le varianti, perché ce ne sarà sempre una nuova”, ha affermato Drew Weissman, pioniere dei vaccini e immunologo presso la Perelman School of Medicine dell’University of Pennsylvania che sta lavorando a un vaccino contro il coronavirus. “In questo momento, ogni sei mesi emergono, e saranno presenti fino a quando tutto il mondo non sarà vaccinato”.

Con il successo dei primi vaccini, nel 2021 molti scienziati che lavoravano su quelli di nuova generazione avevano pensato in grande.

Avrebbero potuto forse sviluppare un vaccino che contrastasse non solo Sars-CoV-2 e la Sars originale, ma anche due coronavirus che causano il comune raffreddore e la Mers, nonché futuri coronavirus di pipistrello che potrebbero fare il salto di specie.

Uno studio del 2021 del New England Journal of Medicine ha dimostrato che, almeno in teoria, era possibile generare un’ampia protezione immunitaria contro molti virus. 

In Cina gli scienziati hanno dimostrato che i sopravvissuti all’epidemia della Sars risalente a venti anni fa, vaccinati contro Sars-CoV-2, hanno prodotto anticorpi in grado di bloccare una serie di varianti e altri coronavirus.

Ma sviluppare un vaccino che funzioni contro una gamma così ampia di virus è complicato e le varianti Beta, Delta e poi Omicron hanno ridimensionato alcune di queste grandi ambizioni.

“Quando Sars-CoV-2 è emerso per la prima volta, era un virus con pochissimi trabocchetti e dunque abbiamo avuto molto successo”, ha affermato Dennis Burton, presidente del dipartimento di immunologia e microbiologia presso lo Scripps Research Institute.

“Ma al momento è sempre più difficile affrontarlo: è indispensabile essere più mirati con l’anticorpo che si inietta attraverso il vaccino”.

Verso un vaccino universale?

Un vaccino universale arriverà in un mondo più complesso rispetto ai vaccini di prima generazione. Le persone avranno diversi livelli di immunità preesistente, sia dalle vaccinazioni che dalle infezioni legate alle varianti.

Gli scienziati non sono d’accordo su come nel bene o nel male le esposizioni precedenti – note come imprinting immunitario – influenzeranno la risposta delle persone ai nuovi vaccini.

Una possibilità è che i nuovi vaccini creeranno la risposta più forte al virus a cui le persone sono state esposte all’inizio. Ma chi sviluppa vaccini come Martinez vede il potenziale per sfruttare questa stranezza del sistema immunitario come una risorsa, per concentrare la risposta sul bersaglio giusto.

Il nodo della durata della protezione del vaccino

Un altro problema scientifico da risolvere è la durata della protezione. Un vaccino con ampia protezione ma che svanisce rapidamente potrebbe non essere pratico da utilizzare per prevenire future pandemie.

“Stiamo cercando un vaccino simile a quello per il tetano“, ha detto Haynes. “Tutti dobbiamo fare ogni dieci anni un vaccino contro il tetano. Sarebbe  fantastico”.

La ricerca di un vaccino universale è urgente, ma molti esperti avvertono che si tratta di una sfida molto diversa rispetto alla creazione dei vaccini di prima generazione.

“Studiamo i virus dell’influenza da più di 70 e stiamo cercando di produrre vaccini antinfluenzali universali e non siamo ancora stati in grado di svilupparli”, ha affermato Yoshihiro Kawaoka, che sta lavorando a un vaccino contro il coronavirus presso l’University of Wisconsin a Madison. “Ma questo è un virus diverso e penso che valga la pena di tentare. Tuttavia potrebbe non essere facile”. 

 

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