Covid, contagio dopo il vaccino: anticorpi neutralizzanti nel sangue predicono il rischio

Contagio dopo il vaccino anti Covid? Gli anticorpi neutralizzanti presenti nel sangue possono predire il rischio e possono essere un marcatore predittivo affidabile per valutare la necessità di una terza dose per proteggere dalle varianti emergenti. E’ quanto dimostra uno studio basato sui dati di quasi 11.500 operatori sanitari in Israele, pubblicato sul New England Journal of medicine (Nejm).

Lo studio: anticorpi nel sangue predicono il rischio contagio post vaccino anti Covid

Tra gli operatori sanitari oggetto dello studio sono stati identificato 39 lavoratori che erano stati infettati da Sars-CoV-2 nonostante fossero completamente vaccinati con doppia dosa di Pfizer-BioNTech, andando incontro alla cosiddetta “breakthrough infection” o infezione postvaccinale. Tutti avevano sintomi lievi o nessun sintomo.

Per 22 dei 39 lavoratori gli autori dello studio sono stati in grado di ottenere misurazioni anticorpali effettuate il giorno in cui sono state rilevate le infezioni o nella settimana precedente.

I ricercatori hanno anche esaminato i dati relativi a 104 lavoratori completamente vaccinati che non sono stati infettati pur essendo stati a contatto con il virus.

Il confronto ha mostrato che i livelli di anticorpi neutralizzanti erano più bassi tra coloro che sono stati infettati, fornendo la prima prova diretta di questo effetto.

Vaccino anti Covid e contagio: gli altri studi

I risultati rafforzano i dati precedenti raccolti durante gli studi clinici sul vaccino AstraZeneca relativi a un legame tra livelli più elevati di anticorpi neutralizzanti e una minore probabilità di infezione.

Lo studio “è un passo importante nell’ulteriore convalida dell’uso del titolo di anticorpi neutralizzanti diretti contro il coronavirus come un elemento correlato della protezione” o marker, afferma Miles Davenport, immunologo presso l’Università del New South Wales a Sydney, in Australia. Ma, concludono i ricercatori, “l’analisi non fornisce un livello specifico di anticorpi associato alla protezione, e su questo è necessario ora indagare”.  

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