Covid, il 39,9% dei decessi in Italia dall’inizio della pandemia, è avvenuto in Lombardia, cifra che corrisponde a 22.252. A livello nazionale, l’età media dei deceduti è 80 anni mentre solo l’1,2%, ovvero 657, era under 50. Il 97% aveva malattie precedenti.
E’ quanto mostra il Report sulle caratteristiche dei pazienti deceduti per Covid-19 in Italia, basato sui dati aggiornati al 2 dicembre e che descrive le caratteristiche di 55.824 pazienti.
Seconda regione per decessi l’Emilia Romagna
La seconda regione per numero di decessi è l’Emilia Romagna con 5.805 (10,4% del totale), seguita da Piemonte 5556 (10%), Veneto 3899 (7%), Lazio 2525 (4,5%) e Liguria 2419 (4,3%).
Morti per Covid, tra due – tre settimana inizierà una riduzione significativa
I decessi per Covid-19 in Italia hanno raggiunto un plateau, dopo aver raggiunto il picco tra fine novembre e inizio dicembre, ma prima di vedere una riduzione significativa bisognerà attendere ancora due o tre settimane.
Queste stime sono state elaborate dal matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘Mauro Picone’ del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Iac).
“Il picco dei decessi è raggiunto in questi giorni. Non si tratta di un picco stretto, ma di una campana larga, con un massimo non troppo pronunciato”, ha osservato Sebastiani. “Una riduzione significativa si potrà vedere però soltanto fra due o tre settimane”, ha aggiunto.
“Curva destinata a scendere ancora se la situazione resterà invariata”
Per quanto riguarda l’incidenza, le stime elaborate dal matematico indicano che “la curva è destinata a scendere ancora, ma solo se la situazione resterà invariata”, ha detto l’esperto.
“Quello che vedremo fra 14 giorni sarà infatti il risultato delle misure appena introdotte. Se il sistema non sarà perturbato si potrà scendere sotto 10.000 casi nell’arco di due settimane”.
“E’ una stima per difetto – ha rilevato – perché con il rilascio delle restrizioni si rischia di far tornare a salire la curva”. Sempre se le condizioni attuali saranno confermate, secondo i calcoli di Sebastiani “per riuscire a recuperare il tracciamento saranno necessarie quattro settimane”.
Per quella data i nuovi casi potrebbero infatti scendere a 6.000 al giorno, un numero che equivale a un rapporto fra casi positivi e tamponi pari al 3%, il valore considerato la soglia oltre la quale il tracciamento non funziona più.
“La condizione necessaria è che la situazione generale resti invariata, ma se così fosse la soglia che segna il recupero del tracciamento potrebbe essere raggiunta con l’inizio del nuovo anno, in concomitanza con l’apertura delle scuole”, ha rilevato Sebastiani (fonte: Ansa).