Covid, i No Vax sono in terapia intensiva 25 volte di più rispetto a chi ha tre dosi,sentenza dello Iss

I ricoveri nelle unità di terapia intensiva per Covid-19 sono 25,6 volte più numerosi nei non vaccinati rispetto a coloro che hanno avuto tre dosi di vaccino.

Lo indica l’Aggiornamento nazionale sull’epidemia in Italia dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss). Il tasso di ricovero nelle terapie intensive è pari a 23,1 ogni 100.000 abitanti per i non vaccinati. A 1,5 ogni 100.000 per i vaccinati da oltre 120 giorni.  1 ogni 100.000 per vaccinati da meno 120 giorni e 0,9 ogni 100.000 per i vaccinati con la dose booster.

Allerta alta in tutta Europa per il covid

Sale il livello di allerta in Ue secondo l’ultimo rapporto settimanale del Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie (Ecdc). Stando ai dati raccolti nell’ultima settimana del 2021 in tutta l’Unione eccetto che in due Paesi il livello di allerta è “alto o molto”.

“La circolazione della variante Delta continua e quella di Omicron è in rapida crescita”, spiega l’Ecdc definendo “molto alto” il livello di allerta che si prevede per il sistema sanitario in tutta l’Ue.

Il Centro europeo, nel rapporto, aggiorna anche le raccomandazioni per gli Stati membri sul periodo di quarantena. Che può essere abbreviato laddove si presenti un ingolfamento delle strutture ospedaliere.

Le linee guida contro il covid

Per l’Ecdc le linee guida generali sulla quarantena e sull’isolamento per contatto con un positivo restano “invariate”. Ma, in caso di “alta pressione sugli ospedali e sui servizi. Così come sui centri che effettuano test rapidi anti-Covid” il Centro propone di fatto un isolamento di un giorno per chi entra a contatto con un positivo.

Una volta che la persona abbia verificato “per 24 ore di non avere febbre” può uscire dall’isolamento. In precedenza l’Ecdc aveva raccomandato per i medesimi soggetti un isolamento “di tre giorni” dopo i quali andava fatto un tampone rapido per accertare la negatività rispetto al Covid.

Le nuove raccomandazioni, spiega l’Ecdc, sono applicabili “per i lavoratori essenziali” in Paesi in cui “i sistemi nazionali e il quadro dei servizi sono sotto particolare pressione”.

Per quanto concerne le misure anti-Covid l’Ecdc ribadisce che la vaccinazione resta lo “strumento chiave” per frenare i contagi e raccomanda, parallelamente, la messa in campo di misure “non farmacologiche”. Dall’esteso uso di mascherine al telelavoro fino al “rafforzamento” di misure che riducano i contatti sociali.

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