Covid, monitoraggio Iss: Veneto e Molise con Rt più alto d’Italia, tutte le altre regioni sono sotto 1

di redazione Blitz
Pubblicato il 24 Dicembre 2020 - 15:55 OLTRE 6 MESI FA
Covid, monitoraggio Iss: Veneto e Molise con Rt più alto d'Italia, tutte le altre regioni sono sotto 1

Covid, monitoraggio Iss: Veneto e Molise con Rt più alto d’Italia, tutte le altre regioni sono sotto 1

Tutte le regioni d’Italia hanno un Rt inferiore a 1. Tranne il Veneto e il Molise. Lo evidenzia l’ultimo monitoraggio della Cabina di Regia che registra nelle due regioni un indice di trasmissibilità del virus sopra 1 sia con Rt medio a 14 giorni che con Rt puntale.

Secondo il report dell’Istituto superiore di sanità e ministero della Salute, il Veneto ha un indice Rt puntuale a 1,11 e il Molise a 1,02. L’indice medio a 14 giorni è invece rispettivamente di 1,13 e 1,07.

Tutte le altre regioni si trovano sotto questo spartiacque dell’epidemia, cioè sotto quota 1. Ma ci sono anche altre regioni vicinissime alla soglia critica di 1: sono il Lazio con Rt 0,98, la Lombardia a 0,96 e la Puglia a 0,97.

Gli altri Rt sono elencati come segue: Marche 0,93; Trento 0,9; Liguria 0,88; Calabria 0,84; Sardegna 0,82; Friuli Venezia Giulia e Sicilia a 0,8; Umbria 0,78; Basilicata 0,77; Bolzano 0,76; Abruzzo 0,73; Toscana 0,71; Piemonte e Valle D’Aosta a 0,68; Campania 0,66.

Brusaferro: “Covid in decrescita rallentata”

L’epidemia da Covid-19 in Italia è in una “fase di decrescita ma rallentatata”, ha spiegato il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro.

Secondo Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzione al ministero della Salute, a livello nazionale la fase è di “instabilità e transizione. Dopo alcune settimane in cui si è assistito a una tendenza alla riduzione dell’indice Rt e nuovi casi, ora si assiste a una sorta di tendenza alla stabilizzazione, anche per l’incidenza su 14 giorni”.

“Da 2 settimane una tendenza a un lieve incremento Rt”: 0,90 in questa settimana contro lo 0,86 precedente e 0,82 di quindici giorni fa.

L’incidenza della variante Covid

La stima dell’aumento della contagiosità della variante inglese è di un +0.4 dell’Rt. Non sembrano esserci effetti sull’efficacia del vaccino e neppure sulla gravità clinica, ha aggiunto Rezza che ieri ha partecipato ad un incontro con gli esperti e i virologi inglesi sulla situazione.

L’impatto delle feste

“E’ complesso prevedere l’impatto che potrebbe avere il periodo di feste natalizie” sull’epidemia di Covid in Italia, “tuttavia le aumentate mobilità e interazioni interpersonali tipiche della socialità di questa stagione potrebbero determinare un aumento rilevante della trasmissione di Sars- CoV-2”, è il monito.

“Nella situazione descritta, questo comporterebbe un conseguente rapido aumento dei casi a livelli potenzialmente superiori rispetto a quanto osservato a novembre in un contesto in cui l’impatto dell’epidemia sugli operatori sanitari, sui servizi e sulla popolazione è ancora molto elevato”.

“Complessivamente – si legge nel report – l’incidenza in Italia rimane ancora molto elevata e l’impatto dell’epidemia è ancora sostenuto nella maggior parte del Paese. Inoltre si continua ad osservare nella maggior parte delle Regioni/Province autonome un rischio moderato o alto di una epidemia non controllata e non gestibile. Tale situazione conferma la necessità di mantenere la linea di rigore delle misure di mitigazione nel periodo delle festività natalizie”.

“Si conferma – sottolinea il monitoraggio – la necessità di mantenere la drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone. È fondamentale che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa il più possibile”.

“Si ricorda che è obbligatorio adottare comportamenti individuali rigorosi e rispettare le misure igienico-sanitarie predisposte relative a distanziamento e uso corretto delle mascherine. Si ribadisce la necessità di rispettare le misure raccomandate dalle autorità sanitarie compresi i provvedimenti quarantenari dei contatti stretti dei casi accertati e di isolamento dei casi”.

Tracciamento Covid

In Italia l’epidemia di Sars-CoV-2 non è ancora a livelli che consentano di riprendere le redini del tracciamento. “Sebbene si osservi una diminuzione dell’incidenza” del virus “a livello nazionale negli ultimi 14 giorni (329,53 per 100.000 abitanti nel periodo 7-20 dicembre contro 374,81 per 100.000 nel periodo 30 novembre-13 dicembre, dati flusso Iss), il valore è ancora lontano da livelli che permetterebbero il completo ripristino sull’intero territorio nazionale dell’identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti”.

Questo approccio, rilevano gli autori del report, ha mostrato i primi segni di criticità “quando il valore a livello nazionale ha superato i 50 casi per 100.000 in sette giorni (attualmente l’incidenza a livello nazionale nei 7 giorni tra il 14 e il 20 dicembre, aggiornata al 22, è pari a 157.01 per 100.000 abitanti)”.

Quanto alla distribuzione dei contagi rilevati, “si osserva una stabilità nel numero di casi non riconducibili a catene di trasmissione note (38.154 contro 38.276 la settimana precedente), con la percentuale dei casi rilevati attraverso attività di tracciamento dei contatti in lieve aumento al 25,4% (era il 24,6% la settimana precedente)”.

Si osserva, invece, una lieve diminuzione nella percentuale di casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (33,0 contro 34,7% la settimana precedente). Infine, il 31,2% dei casi è stato rilevato attraverso attività di screening e nel 10,5% non è stata riportata la ragione dell’accertamento diagnostico.