Diabete e obesità: se lavori di notte il rischio aumenta del 60%

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ROMA – Se fai i turni di notte, il rischio di sovrappeso e diabete aumenta del 60 per cento. Ann Pa, nutrizionista dell’Università di Harvard, ha pubblicato su PlosMedicine una ricerca sul legame tra alimentazione e patologie quali il diabete e l’obesità. L’aumento del rischio è dovuto agli orari non regolari, che portano a mangiare in un modo meno sano. Inoltre stare svegli di notte altera l’orologio biologico, azionando un meccanismo sregolato nell’alimentazione.

La ricerca ha analizzato i dati di oltre 170 mila infermiere che hanno partecipato al Nurses Health Study, una serie di indagini epidemiologiche che hanno permesso di raccogliere informazioni sulla salute delle donne ed i fattori di rischio per malattie quali il diabete. le donne erano divise in due gruppi, Nhs 1 le donne tra i 42 ed i 67 anni nel ventennio 1988-2008 e Nhs 2 le donne dai 25 ai 42 anni tra il 1989 ed il 29007.

Lo studio ha mostrato che 6.165 donne del gruppo Nhs 1 e 3.691 del gruppo 2 hanno sviluppato il diabete di Tipo 2. La Pa ha scoperto inoltre una correlazione tra i turni di notte, almeno tre al mese, e lo sviluppo del diabete: nell’arco di oltre 20 anni il rischio di ammalarsi di diabete di tipo 2 per tali infermiere aumentava del 60 per cento, assieme al rischio di sovrappeso dovuto ad una scorretta alimentazione. Nel mondo sono 346 milioni le persone affette da diabete, una malattia cronica caratterizzata da alterati livelli di glucosio nel sangue. Alcuni studi precedenti a quello della Pa avevano già evidenziato il legame tra uno stile di vita sedentario o sregolato e l’insorgenza di tale patologia.

Mika Kivimaki, epidemiologo del University College di Londra, ha commentato l’articolo della Pa: “Il lavoro a turni è molto frequente, si stima che interessi circa un quinto dei lavoratori in tutta Europa. Per questo, se come pare sempre più evidente è connesso a un maggior rischio di patologie serie come il diabete, è opportuno pensare a strategie che migliorino la qualità della vita dei turnisti. Le cause che lo rendono ‘pericoloso’ risiedono nel fatto che i turni interferiscono con il normale ciclo sonno-veglia regolato dal nostro orologio biologico: sappiamo che questi squilibri ad esempio facilitano la resistenza all’insulina e aumentano l’appetito e la tendenza ad accumulare chili di troppo, ma anche che i turnisti mediamente sono più sedentari. Tutto questo incide sulla probabilità di sviluppare il diabete”.

“Ovviamente è impensabile eliminare i turni di notte in una società come la nostra, che vive 24 ore su 24 – ha sottolineato Kivimaki – Però dati come questi spingono a pensare a modifiche che possano ridurre l’impatto dei turni sulla salute dei lavoratori, ad esempio attraverso un attento studio delle rotazioni e degli orari, ma anche tramite una migliore educazione alimentare o ‘diete da turnisti’ appositamente pensate per chi lavora spesso di notte”. Lo studio per ora si riduce ai comportamenti di donne, altre ricerche saranno necessarie per stabilire se il rischio di ammalarsi di diabete aumenti anche per gli uomini che svolgono turni di notte.

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