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Dieta ricca di fibre per ridurre i rischi di diabete, cuore e artrite

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Dieta ricca di fibre per ridurre i rischi di diabete, cuore e artitre

ROMA – Una dieta ricca di fibre, alimenti come frutta e verdura, riduce il rischio di sviluppare diabete, malattie cardiache e artrite. I benefici delle fibre vanno oltre un disturbo in particolare: mangiarne sembra abbassare il tasso di mortalità, qualunque ne sia la causa, scrive il New York Times.

Per questo motivo, gli esperti sostengono costantemente quanto facciano bene ma se i benefici sono ormai noti, non è altrettanto chiaro perché le fibre siano così eccezionali.

Quelle che assumiamo con gli alimenti nutrono miliardi di batteri presenti nell’intestino: soddisfarli, vuol dire che intestino e sistema immunitario mantengono un buon funzionamento.

Per digerire il cibo, dobbiamo “lavarlo” in enzimi che distruggono le molecole. Quei frammenti molecolari passano successivamente attraverso la parete e vengono assorbiti nel nostro intestino.

Ma il corpo produce una gamma limitata di enzimi, in modo che non si possano distruggere molte delle parti dure delle piante. Il termine “fibra alimentare” si riferisce a quelle molecole indigeste.

Sono tuttavia indigeste solo per noi: l’intestino è ricoperto da uno strato di muco, sul quale si trovano centinaia di specie di batteri, parte del microbioma umano. Alcuni di questi microbi contengono gli enzimi necessari ad abbattere vari tipi di fibre alimentari.

La capacità di questi batteri di sopravvivere su fibre che non possiamo digerire, ha portato molti esperti a chiedersi se i microbi siano in qualche modo coinvolti nei benefici di frutta e verdura. Due studi dettagliati pubblicati di recente sulla rivista Cell Host e Microbe forniscono prove convincenti della loro funzione positiva.

Un modo in cui la fibra apporta benefici alla salute sta dando, indirettamente, un’altra fonte di cibo. Una volta che i batteri hanno raccolto l’energia della fibra alimentare, si liberano dei frammenti residui. Questo scarto, sotto forma di acidi grassi a catena corta, viene assorbito dalle cellule intestinali, che lo usano come combustibile.

Ma i microbi dell’intestino fanno molto di più che produrre energia: mandano anche messaggi.

Le cellule intestinali, per funzionare correttamente si basano su segnali chimici dei batteri; le cellule rispondono ai segnali moltiplicando e facendo un buon rifornimento di muco e rilasciano anche molecole che uccidono i batteri.

Generando queste risposte, i batteri intestinali aiutano a mantenere una pacifica coesistenza con il sistema immunitario. Riposano in cima allo strato di muco dell’intestino, a distanza di sicurezza dalla parete intestinale.

Qualsiasi batterio troppo vicino, viene spazzato via da veleni antimicrobici.

Mentre alcune specie di batteri intestinali si nutrono direttamente di fibre alimentari, probabilmente supportano altre specie che si cibano dei loro rifiuti.

Una dieta povera di fibre disturba questa pacifica relazione, sostengono i nuovi studi; i batteri che dipendono dalla fibra alimentare soffrono la fame, così come le altre specie che dipendono da loro.

Con meno carburante, le cellule intestinali crescono più lentamente. E senza un flusso costante di segnali chimici dai batteri, le cellule rallentano la produzione di muco e batteri preposti all’eliminazione dei veleni.

L’infiammazione può aiutare a combattere le infezioni, ma se diventa cronica, può provocare dei disturbi.

Per essere certi di consumare sufficienti fibre, è indispensabile che a tavola non manchino mai frutta e verdure fresche e di stagione, cereali integrali, meglio se biologici, legumi e frutta secca tra cui le noci.

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